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Stampe

GIRELLI Pietro Paolo

Toro Farnese o Supplizio di Dirce

1680

500,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1680
Formato
350 X 600
Incisori
GIRELLI Pietro Paolo
Descrizione
Sconosciuta ai repertori.

Descrizione

Acquaforte, 1680 circa, lungo il margine superiore si legge l’iscrizione ' VISITUR ROMAE IN PALATIO FARNESIORUM; ' nella parte inferiore, entro elaborato cartiglio didascalia quadrilingue (latino, italiano, francese e spagnolo). Esemplare nel secondo stato con l’indirizzo di Carlo Losi “In Roma presso Carlo Losi l’anno 1773”. Il primo stato della lastra fu pubblicato da Matteo Gregorio de Rossi, che è probabilmente incisa da Pietro Paolo Girelli, al quale attribuiamo l'opera per ragioni stilistiche. ' Gli esemplari di entrambe le tirature risultano rarissime. La composizione è ricavata da due lastre diverse: una per la parte superiore (cm 353 x 443), dov’è raffigurato il gruppo scultoreo noto come ' Toro Farnese ' o ' Supplizio di Dirce, e una seconda lastra (353 x 160). per il cartiglio con le didascalie. Il gruppo scultoreo, definito da Federico Zuccaro "la montagna di marmo" per le sue grandi dimensioni e perché ricavato da un unico blocco, rappresenta il supplizio di Dirce, legata a un toro inferocito da Anfione e Zeto come punizione per le angherie ripetutamente inflitte alla loro madre, Antiope. Secondo alcuni studiosi esso sarebbe copia romana di una famosa opera di due artisti di Rodi, Apollonio e Taurisco, sarebbe stato eseguito agli inizi del III secolo d.C. per decorare le Terme di Caracalla, dove fu rinvenuto nel 1546 nel cortile della cosiddetta palestra sud-orientale (secondo altri studiosi si tratterebbe invece dell'originale greco). Collocato inizialmente all’aperto nel cortile di Palazzo Farnese, dove secondo il progetto di Michelangelo avrebbe dovuto fungere da fontana, nel 1788, insieme ad altre sculture devolute in eredità da Elisabetta Farnese a Carlo III di Borbone, fu trasportato a Napoli, dove attualmente si trova nel Museo Archeologico Nazionale. ' Magnifico esemplare, stampato su carta vergata settecentesca, con margini, in perfette condizioni. Etching, 1680 circa, lettered along the upper edge VISITUR ROMAE IN PALATIO FARNESIORUM; in lower margin, in an elaborate cartouche, a caption in Latin, Italian, French and Spanish. ' The composition is printed from two plates: the first one (cm 353 x 443) for the Farnese Bull, the second plate for the cartouche. The first edition was published at the end of XVII Century by Matteo Gregorio de Rossi; we asscribed the plate to Pietro Paolo Girelli for stylistic reason. The present example bears the Carlo Losi’ address: “In Roma presso Carlo Losi l’anno 1773”. ' Both edition are extremely rare. The group has been massively restored as a scene of the Punishment of Dirce, as she is being tied to a bull, an act performed by Zethus and Amphion. Pliny mentions such a group created by Apollonius and Tauriskos, adopted Rhodians of the first century B. C, which could be seen in Rome in his day. The Farnese Bull may be a copy of this work, created in the early third century A.C. for the Baths of Caracalla. The work was discovered in the course of excavations for Pope Paul III in the Baths of Caracalla in 1545. The restoration, made with advice from Michelangelo, was evidently a slow process. When Aldravandi saw the work in 1550 in the Palazzo Farnese, it had only the bull and one of the male figures (which Aldrovandi identified as He cules ) . By 1585 the restoration was complete, as may be seen in the engraving of the group published that year by G. B. de ' Cavalieri. By this time the subject had been identified as the Punishment of Dirce . The influence of the group was great. It has been recognized in the Rape of Europa (1559-1662) by Titian and the Rape of the Daughters of Leucippus (ca. 1618) by P. P. ' Rubens. The painter Federico Zuccaro described the Farnese Bull as a " marvellous mountain of marble " and ranked it as the greatest ancient sculpture surviving, along with the Laocoon. This opinion is astonishing in the light of the near obscurity of the work today, but, in fact, until the nineteenth ' century, many who saw it had a similar evaluation. Louis XIV was among those who admired the Bull; he tried, unsuccessfully, to buy it in 1665. In the eighteenth century, Ficoroni deduced that the Farnese Bull was a Roman copy, an astute observation for the time, but Winckelmann denied this, declaring, instead, that it was Greek , of the period after Alexander the Great . There was much debate over the degree of restoration of the sculpture, with a corresponding vacillation in critical reaction. The statue was moved to Naples in 1786 and stands today in the Museo Nazionale in Naples, facing the Farnese Hercules. ' A fine impression, printed on laid paper, wide margins, very good condition. Cfr. Sconosciuta ai repertori.
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