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Stampe

Anonimo

Torino nel 1572 / Torino nel 1680

1850

200,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1850
Formato
430 X 350
Incisori
Anonimo

Descrizione

Coppia di piante della città in un foglio litografico del XIX secolo. A destra la città come appariva nel 1572, secondo la più antica rappresentazione della città di Torino, realizzata nel 1572 dal fiammingo Jan Kraeck, quando era ancora racchiusa nelle mura di età romana e medievale, sebbene ormai dominata dalla mole della Cittadella. A sinistra una rappresentazione della città fortificata come appariva nel 1680. La carta del Kraeck (Carracha) fu allegata nel 1577 all’opera Augusta Taurinorum dello storiografo umanista Filiberto Pingone. Alcune copie originali sono conservate, ad esempio, presso la Biblioteca Reale di Torino e presso l’Archivio Storico della Città di Torino. ' Benché la pianta abbia chiari intenti celebrativi, tuttavia resta un insostituibile documento della forma urbana tardomedievale torinese, il primo a raffigurare la città in modo sufficientemente rigoroso. È un vero peccato che la veduta, immaginata come se fosse presa dalla collina (dunque guardando verso ovest), sia stata realizzata quando i Francesi avevano già raso al suolo i borghi extraurbani (nel 1536), ricchi di edifici, chiese e altre strutture rilevanti (forse anche l’anfiteatro romano). Peraltro, quella che il Carracha ci propone è l’immagine di una città oggi in buona parte perduta, dal tessuto ancora fortemente medievale, con strade irregolari nelle quali si ravvisa però il primitivo tracciato romano, circondata da una cortina muraria anch’essa in buona parte ancora romana, benché sia evidente come le torri della cinta (e tratti della cinta stessa) abbiano subìto nel tempo qualche modifica. ' È riconoscibile il fossato che circonda la città e si notano ancora tre dei quattro bastioni costruiti nel XV secolo agli angoli di Torino. È ben visibile anche la doira (derivazione a mo’ di canale) che attraversa l’attuale via Garibaldi (allora contrada di Doragrossa), più un’ulteriore derivazione che scorre lungo quella che oggi è via Bertola. Litografia, finemente colorata a mano, in perfetto stato di conservazione. Cfr.
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