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Stampe

ORTELIUS Abraham

Siciliae Veteris Typus

1584

1000,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1584
Luogo di stampa
Anversa
Formato
490 X 375
Incisori
ORTELIUS Abraham
Soggetto
Carte Storiche
Descrizione
L. Dufour - A. La Gumina, "Imago Siciliae", p. 166; Sicilia 1477-1861 - La collezione Spagnolo- Patermo, n. 167.

Descrizione

Splendida carta storico-geografica della Sicilia al tempo dei Romani, pubblicata nel ' Parergon ' di Abraham Ortelius. Esemplare dall'edizione latina del ' Theatrum Orbis Terrarum ' stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1603. Quinto stato di sei della lastra secondo Van den Broecke. Titolo: ' SICILIAE | VETERIS | TYPVS. | Ex conatibus geographicis A. Ortelij". ' In alto al centro a sinistra: "Cum priuilegio decennali Imp. | Reg. & cancellariæ Braban:|tiæ 1584". In basso a sinistra: "Veteris Siciliæ loca, incertæ aut pror:|sus incognitæ positionis". In alto, un inserto di 110 x 100 mm, dove troviamo la pianta dell’antica Siracusa: "Territorij Syrcusani loca, in:|certæ positionis: Acrillæ, Echetla, Magel:|la". Realizzata da Ortelius, sulla base della carta della Sicilia di Giacomo Gastaldi del 1545 (Meurer p. 96, Karrow p. 218), integrata da fonti classiche, ovvero Plinio, Strabone, Dionisio ed Esiodo. Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” ' Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del ' Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al ' Theatrum: ' il ' Paregon theatri ' forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il ' Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto ' historiae oculus geographia ' riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del ' Paregon ' sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche. Come sottolinea Koeman “il ' Parergon ' deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal ' Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del ' Parergon ' devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”. “E opinion costante di tutta l'antichita, che la Sicilia fosse una quasi isola d'Italia, & attaccata alla terra ferma di Brutio d'intorno à Rhegio, & dapoi da essa suelta & separata, d'onde nasce il nome della citta di Rhegio, che vuol dir in Greco rottura. Ma quando ouero à che tempo accadesse questo fracasso, nulla memoria, appo verun scrittore hoggidi resta." ' (p. xxv). ' Nameque et hoc modo insulas rerum natura fecit: avellit Siciliam Italiae. ' (II. 204). ' La Sicilia, detta Sicania da Tucidide di cui parla a più riprese nel sesto libro delle sue Storie, è chiamata dalla maggior parte degli autori, come dallo stesso Plinio, Trinacria o Trinacia per via della sua forma triangolare. Come detto, si presenta staccata dalla terra per via dell'interporsi di un braccio di mare, pieno di gorghi e luoghi noti per la loro funesta pericolosità; sullo stretto si trova Cariddi dirimpetto a Scilla, sul territorio Bruzio. La punta che guarda l'Italia si chiama Capo Peloro, Capo Pachino è quello che guarda verso la Grecia e Capo Lilibeo quello che guarda verso l'Africa. Partendo da Capo Peloro, procedendo in senso orario, s'incontra la città di Messina, il fiume Asine e il Monte Etna ' nocturnis mirus incendiis.favilla Tauromenium et Catinam usque pervenit fervens, fragor vero ad Maroneum et Gemellos colles ' (III. 88, 89); seguono i tre scogli dei Ciclopi, il porto di Ulisse, Catania ed i fiumi Simeto e Terias. Procedendo verso Capo Pachino incontriamo la città di Siracusa e passato il Capo, lungo la base meridionale dell'isola, troviamo la cit. Splendid historical map of the ancient Sicily published in Abraham Ortelius' ' Parergon. Example from the Latin edition of ' Theatrum Orbis Terrarum ' printed in Antwerp by Jean Baptiste Vrients in 1603. A fifth state of six of the map according Van den Broecke. Title: ' SICILIAE | VETERIS | TYPVS. | "Ex conatibus geographicis A. Ortelij." [Map of Ancient Sicily from the geographical efforts of Abraham Ortelius]. Top left centre: "Cum priuilegio decennali Imp. | Reg. & cancellariæ Braban:|tiæ 1584". [With an Imperial, Royal and Council of Brabant Privilege for ten years. 1584.] Bottom left corner: "Veteris Siciliæ loca, incertæ aut pror:|sus incognitæ positionis" [Places on Ancient Sicily of uncertain or formerly unknown location], followed by a 7-column list). ' (Inset: 110 x 100 mm:) "Territorij Syrcusani loca, in:|certæ positionis: Acrillæ, Echetla, Magel:|la". Made by Ortelius, based on Giacomo Gastaldi's 1545 map of Sicily (Meurer p. 96, Karrow p. 218), supplemented by classical sources, viz. Plinius, Strabo, Dionysus and Hesiodus. The ' Parergon ' is the first historical atlas ever published. It was initially conceived by Ortelius as an appendix to his ' Theatrum Orbis Terrarum ' but given the considerable success of these historical maps it later became an independent work and remained the main source of all similar works throughout the seventeenth century. Koeman wrote: “This atlas of ancient geography must be regarded as a personal work of Ortelius. For this work he did not, as in the ' Theatrum, ' copy other people's maps but drew the originals himself. He took many places and regions from the lands of classical civilization to illustrate and clarify their history, a subject very close to his heart. The maps and plates of the ' Parergon ' have to be evaluated as the most outstanding engravings depicting the wide-spread interest in classical geography in the 16th century." The ' Theatrum Orbis Terrarum, which is considered the first true modern "Atlas". The work was published in 7 languages and 36 editions, for which - in 1570 - Ortelius obtained the privilege, a kind of copyright that prevented other cartographers from publishing his works. The ' Theatrum ' represented the most advanced work of cartographic description. Ortelius collected in it the geographical and cartographic knowledge of his time, proposing in 147 spectacular engraved plates the most faithful image of the world then known and, in some extraordinary "historical maps", regions and routes taken from literature, mythology, tradition. “La carta della Sicilia antica compare per la prima volta nel ' Parergon ' di Abraham Ortelius, una sorta di atlante storico del mondo conosciuto dagli antichi, nel 1584. A differenza del ' Theatrum Orbis Terrarum, per il quale Ortelius utilizzò materiale di altri autori, il ' Parergon ' è opera assolutamente originale, da lui ideata e composta; le mappe furono incise da Ian Wierix (1552-1624c.) su disegni di Ortelius. La carta è disegnata sulla scorta della Sicilia di Gastaldi, già da Ortelius adoperata per la carta della Sicilia moderna con l'integrazione di fonti letterarie antiche in parte dichiarate nel testo di accompagnamento da egli stesso redatto. Venne pubblicata, in quasi tutte le edizioni successive del ' Theatrum, subendo poche variazioni. Se ne conoscono sei stati. La prima variazione del rame risale già alla seconda edizione del 1587 e consiste nella aggiunta del toponimo Cyane fons, in un lago vicino Siracusa. Tra il 1587 e il 1592 viene aggiunto Alba flu, nel centro in basso. Tra il 1592 e il 1595 furono cancellate le cinque linee di testo posto sopra le isole Egadi, sostituite da un puntinato. Tra il 1595 e il 1601 fu aggiunto un punti- nato al di sotto delle scritte sul mare. Nell'edizione del 1624 il nome philippi, nell'angolo in basso a sinistra è scritto Philippi. Ortelius è il primo che fa coincidere l'isola di Osteodes (isola dei morti o dei beati) con Paconìa, mentre Mercatore ne aveva i. Cfr.
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