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Stampe

Johan Sadeler I (Brussel 1550 - Venezia 1600)

San Giacinto di Polonia

250,00 €

Il Bulino Antiche Stampe s.r.l.

(Milano, Italia)

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Dettagli

Incisori
Johan Sadeler I (Brussel 1550 - Venezia 1600)
Soggetto
Sadeler San Giacinto Polonia ordine, domenicano religione Santo Clemente VIII
Lingue
Italiano

Descrizione

Acquaforte
misure: mm 220 x 167

I Sadeler furono una famiglia di artisti fiamminghi, principalmente incisori di riproduzione, attivi in tutta Europa tra il XVI e il  XVII secolo. Lo stile dei membri della famiglia è molto simile e non sempre facilmente distinguibile ma per tre generazioni, spostandosi dall’Olanda all’Italia, fermandosi in Germania e a Praga, questi incisori, editori e commercianti di stampe hanno giocato un ruolo centrale nella diffusione delle immagini. Dal 1572 Jan/Johan lavorò ad Anversa centro mondiale della stampa, e divenne anche un maestro della Corporazione di San Luca. Con suo fratello minore Rafael il Vecchio si trasferì inizialmente a Colonia ma i tumulti della rivolta olandese costrinsero gli artisti di Anversa a spostarsi e così i Sadeler giunsero in Italia nel 1593 in particolare a Venezia dove aprirono una stamperia.

Il culto di San Giacinto, santificato da Clemente VIII nel 1594, ebbe larga diffusione tra il XVI e il XVII secolo. Jacko Odrovaz è stato un Predicatore polacco, nato in Slesia nel 1183 e morto a Cracovia nel 1257, dopo l'incontro in Italia con Domenico di Cuzman decise di farsi domenicano ricevendo l'ordine di diffondere l'ordine domenicano in Europa Orientale. Fondò i conventi di Danzica, Cracovia, Friesach e Kiev, favorì l'unione della chiesa d'oriente con quella d'occidente. A Kiev, durante un attacco dei Tartari si dice che gli apparse la Vergine chiedendogli di portare in salvo una sua statua. Questa stampa è tratta da una pala d'altare, oggi al Museo del Louvre (Louvre), commissionata dalla famiglia emiliana Turrini a Ludovico Carracci nel 1594 per la cappella di famiglia in San Domenico a Bologna raffigura esattamente l'apparizione della Vergine. Rispetto al dipinto lo sfondo appare semplificato, tra le rigonfie nubi non ci sono angeli ma teste di cherubini, e la lapide che occupa la parete di sinistra nel dipinto scompare nell'incisione. Tuttavia le parole scritte su di essa ora escono della bocca della Vergine “Gaude fili Iacinte quia oraziones tuae / gratae sunt filio meo, et quidquid ab eo / per me petiris impetrabis“. La Vergine è comodamente seduta su di una nuvola, avvolta nel suo abito panneggiato, il Bambin Gesù a figura stante accanto alla Madre guarda il santo inginocchiato sulla destra il quale, con le braccia in segno di devozione, ascolta e osserva le figure divine. L'atmosfera argentea ottenuta grazie all'uso controllato del bulino, zone d'ombra costruite con equidistanti linee parallele, l'impiego di aree non incise in corrispondenza delle superfici del panneggio colpite dalla luce, conferiscono viva solennità alla composizione. Firma in basso a sinistra: “J. Sadeler sculp. Venetiis”. Oltre l'immagine due righe in latino "S.Iacinctus Polonus, S. Dominici socius et discipulus, et ordinis Praedicatorum/primus in septentrione fundator”.

Impressione eccellente, fresca e ben contrastata. Ottimo stato di conservazione. Minimi margini oltre la battuta del rame.

Filigrana: mezza luna.

Bibliografia: Un altro esemplare è conservato presso la Biblioteca Casanatense di Roma.

Stato di conservazione: ottime
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