Dettagli
Anno di pubblicazione
1798
Incisori
CHIEREGHIN Stefano
Descrizione
Importante documento sulla città di Chioggia relativo al periodo dell'occupazione francese, opera del naturalista chioggiano Stefano Chiereghin."Il 1797, data della caduta della Repubblica di Venezia, e quindi data cruciale ovviamente sotto molti aspetti, per Chioggia rappresentò il breve ma intenso e significativo interludio della Municipalità provvisoria durante la quale si animavano le istanze autonomistiche di riscatto morale e economico. Quale momento migliore della presenza dei francesi per rilanciare la questione portuale e riappropriarsi di quel ruolo garantito dall’ubicazione naturale della città?Nell’ampio progetto di riforma dell’ordinamento amministrativo napoleonico il Dogado veniva trasformato in Distretto, ricalcante il modello delle municipalità francesi. La Municipalità di Venezia assumeva il ruolo di capoluogo e di rappresentante della sovranità nazionale, Chioggia quello di capoluogo distrettuale. Le aspirazioni democratiche chioggiotte di riportare la città, il cui numero di abitanti si era attestato sulle ventiduemila - ventitremila unità, al centro del contesto marittimo portuale dell’Alto Adriatico facevano emergere vecchi progetti, in particolare quello dell’istituzione della fiera franca.Una commissione costituita dall’abate Stefano Chiereghin (naturalista), da Giacomo Fattorini e Giovanni Scarpa, si dedicava allo studio della situazione topografica e commerciale del porto di Chioggia in relazione ai porti di Trieste, di Venezia e di Goro. L’intento era di dichiarare che al porto di Venezia fosse riservato il traffico proveniente dal Veneto centro-orientale e dal Friuli, mentre al porto di Chioggia quello occidentale proveniente dal veronese e in generale dalla pianura padana. Prima della pubblicazione dell’opuscolo in cui erano enucleati i vantaggi derivanti dal rilancio del porto di Chioggia, si verificò il colpo di scena con l’emanazione di un proclama che dichiarava il porto di Chioggia libero; l’iniziativa costava alla Municipalità chioggiotta l’accusa da parte dell’ambiente veneziano presso Bonaparte di aver agito arbitrariamente". (cfr. M. G. Bevilacqua, Le istanze di rinnovamento della città lagunare dopo la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797, in Impatto umano sulla Laguna di Chioggia, trasformazioni ambientali e modificazioni territoriali tra passato e presente.)Acquaforte, consuete pieghe di carta, leggeremente rifilata in basso in ottimo stato di conservazione. Rara. Importante documento sulla città di Chioggia relativo al periodo dell'occupazione francese, opera del naturalista chioggiano Stefano Chiereghin."Il 1797, data della caduta della Repubblica di Venezia, e quindi data cruciale ovviamente sotto molti aspetti, per Chioggia rappresentò il breve ma intenso e significativo interludio della Municipalità provvisoria durante la quale si animavano le istanze autonomistiche di riscatto morale e economico. Quale momento migliore della presenza dei francesi per rilanciare la questione portuale e riappropriarsi di quel ruolo garantito dall’ubicazione naturale della città?Nell’ampio progetto di riforma dell’ordinamento amministrativo napoleonico il Dogado veniva trasformato in Distretto, ricalcante il modello delle municipalità francesi. La Municipalità di Venezia assumeva il ruolo di capoluogo e di rappresentante della sovranità nazionale, Chioggia quello di capoluogo distrettuale. Le aspirazioni democratiche chioggiotte di riportare la città, il cui numero di abitanti si era attestato sulle ventiduemila - ventitremila unità, al centro del contesto marittimo portuale dell’Alto Adriatico facevano emergere vecchi progetti, in particolare quello dell’istituzione della fiera franca.Una commissione costituita dall’abate Stefano Chiereghin (naturalista), da Giacomo Fattorini e Giovanni Scarpa, si dedicava allo studio della situazione topografica e commerciale del porto di Chioggia in relazione ai porti di Trieste, di Venezia e di Goro. L’intento era di dichiarare che al porto di Venezia fosse riservato il traffico proveniente dal Veneto centro-orientale e dal Friuli, mentre al porto di Chioggia quello occidentale proveniente dal veronese e in generale dalla pianura padana. Prima della pubblicazione dell’opuscolo in cui erano enucleati i vantaggi derivanti dal rilancio del porto di Chioggia, si verificò il colpo di scena con l’emanazione di un proclama che dichiarava il porto di Chioggia libero; l’iniziativa costava alla Municipalità chioggiotta l’accusa da parte dell’ambiente veneziano presso Bonaparte di aver agito arbitrariamente". (cfr. M. G. Bevilacqua, Le istanze di rinnovamento della città lagunare dopo la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797, in Impatto umano sulla Laguna di Chioggia, trasformazioni ambientali e modificazioni territoriali tra passato e presente.)Acquaforte, consuete pieghe di carta, leggeremente rifilata in basso in ottimo stato di conservazione. Rara. Cfr.