Carta geografica tratta dal ' L’Italia ' a cura di Fabio Magini, edito a Bologna nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. La carta del Friuli deriva da quella pubblicata nel 1550 da Giovanni Andrea Vavassore (e non 1557 come affermato da Lago, cfr. Bifolco Ronca, ' Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, tav. 974) e da quella edita nel 1570 Abraham Ortelius. ' Tuttavia, come giustamente osserva Almagià, è "esempio di una carta derivante da molte diverse fonti, sia edite che inedite, e rappresenta perciò il prodotto di un lavoro personale di compilazione, di coordinamento e di vaglio, che viene a conferire alla carta stessa il carattere e il valore di un prodotto originale". ' Incisa da Arnoldo Arnoldi. Nel cartiglio in alto a destra il titolo ' Patria del FRIULI olim FORUM IULII. ' In basso a sinistra la scala grafica ' Scala di Miglia dieci ' (10 miglia pari a mm 45). In basso a sinistra aggiunto un cartiglio con la dedica ' All’ Ill.mo ' mio S.r ' et P[at]ron[us] Col.mo ' il S.r ' Carlo Ruini Co: di Monte Cogaruccio, e di Zola, et Senat.re ' di Bologna. Fabio di Gio. Ant. Magini. ' Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali ' Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, ' il nord in alto. Graduazione ai margini di 1’ in 1’ da 45° 30’ a 46° 35’ 30’’ di latitudine, e da 34° 37’ a 36° 35’ 15’’ di longitudine. ' “La carta relativa al Friuli, che ci interessa più direttamente è quella che porta il titolo "Patria del / FRIVLI / olim / FORVM IVLII”. Nell'Atlante dell'Italia oc- cupa la tavola 29, ma noi ne abbiamo tratto la riproduzione da un esemplare sciolto, che apparteneva alla collezione del prof. Antonio Marussi di Trieste. Ricavata da un'incisione in rame e inquadrata da due righi, che includono anche un margine graduato di 1' in 1', misura mm 330x423. A destra, in alto, un cartiglio ovale, decorato con mascheroni, contiene il titolo. Nell'angolo opposto, in un altro cartiglio, onato da figure femminili si legge: "All'Ill[ustrissi]mo mio S[igno]r et P[ad]ron Col[endissi]mo il S[ign]r Carlo Ruini Co[nte] di Monte/Cogaruccio, e di Zola, et Senat[o]re / di Bologna. / Fabio di Gio[vanni] Ant[onio] Magini". L'orientazione è quella consueta. La scala riportata in basso, a sinistra, è di Miglia dieci (= mm 46). Il disegno originario fu certamente composto tra il 1595 ed il 1598, e, negli stessi anni, o poco dopo, venne inciso dal belga Arnoldo de Arnoldis. Questa carta compare nell'elenco che segue la prefazione alle Tavole del Primo Mobile, apparse a Venezia, nell'edizione latina del 1604. Successivamente il Magini vi dovette apportare alcuni piccoli ritocchi: infatti, qualche toponimo risulta più marcato e, in alcuni tratti, compaiono tracce di abrasioni. La dedica è certamente postuma e si deve al figlio, perché si conoscono anche esemplari che ne sono privi. Questo disegno del Friuli non è, però, uno dei prodotti maginiani più felici ed egli stesso ne dovette essere ben conscio se in una sua lettera autografa del 20 luglio 1598 scriveva: "Di sei Friuli c'ho avuto della Repubblica non ce ne sono due che incontrino totalm[en]te; io da tutti questi ho corretto il mio Friuli, che sarà copiosiss[im]o, ma so però che darà che dire ad alcuno". […] Gli oronimi sono pochissimi: Monte Mauro, segnato molto. Map taken from ' L'Italia ' edited by Fabio Magini, published in Bologna in 1620, three years after the untimely death of his father. Composed of a short descriptive text of only 24 pages, the work is accompanied by 61 maps of the peninsula, and is the first example of an Italian atlas. The work is entirely by the hand of Giovanni Antonio Magini, who began the realization of the maps in 1594 or so; the first dated map (1595) the map of the territory of Bologna. All the maps were printed before 1620, in their provisional drafts, later corrected and updated for the final edition. For the realization of the plates Magini used two of the most famous engravers of the time: the Belgian Arnoldo Arnoldi and the English Benjamin Wright. Copperplate, in good condition. La carta del Friuli deriva da quella pubblicata nel 1550 da Giovanni Andrea Vavassore (e non 1557 come affermato da Lago, cfr. Bifolco Ronca, ' Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, tav. 974) e da quella edita nel 1570 Abraham Ortelius. ' Tuttavia, come giustamente osserva Almagià, è "esempio di una carta derivante da molte diverse fonti, sia edite che inedite, e rappresenta perciò il prodotto di un lavoro personale di compilazione, di coordinamento e di vaglio, che viene a conferire alla carta stessa il carattere e il valore di un prodotto originale". ' Incisa da Arnoldo Arnoldi. Nel cartiglio in alto a destra il titolo ' Patria del FRIULI olim FORUM IULII. ' In basso a sinistra la scala grafica ' Scala di Miglia dieci ' (10 miglia pari a mm 45). In basso a sinistra aggiunto un cartiglio con la dedica ' All’ Ill.mo ' mio S.r ' et P[at]ron[us] Col.mo ' il S.r ' Carlo Ruini Co: di Monte Cogaruccio, e di Zola, et Senat.re ' di Bologna. Fabio di Gio. Ant. Magini. ' Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali ' Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, ' il nord in alto. Graduazione ai margini di 1’ in 1’ da 45° 30’ a 46° 35’ 30’’ di latitudine, e da 34° 37’ a 36° 35’ 15’’ di longitudine. ' “La carta relativa al Friuli, che ci interessa più direttamente è quella che porta il titolo "Patria del / FRIVLI / olim / FORVM IVLII”. Nell'Atlante dell'Italia oc- cupa la tavola 29, ma noi ne abbiamo tratto la riproduzione da un esemplare sciolto, che apparteneva alla collezione del prof. Antonio Marussi di Trieste. Ricavata da un'incisione in rame e inquadrata da due righi, che includono anche un margine graduato di 1' in 1', misura mm 330x423. A destra, in alto, un cartiglio ovale, decorato con mascheroni, contiene il titolo. Nell'angolo opposto, in un altro cartiglio, onato da figure femminili si legge: "All'Ill[ustrissi]mo mio S[igno]r et P[ad]ron Col[endissi]mo il S[ign]r Carlo Ruini Co[nte] di Monte/Cogaruccio, e di Zola, et Senat[o]re / di Bologna. / Fabio di Gio[vanni] Ant[onio] Magini". L'orientazione è quella consueta. La scala riportata in basso, a sinistra, è di Miglia dieci (= mm 46). Il disegno originario fu certamente composto tra il 1595 ed il 1598, e, negli stessi anni, o poco dopo, venne inciso dal belga Arnoldo de Arnoldis. Questa carta compare nell'elenco che segue la prefazione alle Tavole del Primo Mobile, apparse a Venezia, nell'edizione latina del 1604. Successivamente il Magini vi dovette apportare alcuni piccoli ritocchi: infatti, qualche toponimo risulta più marcato e, in alcuni tratti, compaiono tracce di abrasioni. La dedica è certamente postuma e si deve al figlio, perché si conoscono anche esemplari che ne sono privi. Questo disegno del Friuli non è, però, uno dei prodotti maginiani più felici ed egli stesso ne dovette essere ben conscio se in una sua lettera autografa del 20 luglio 1598 scriveva: "Di sei Friuli c'ho avuto della Repubblica non ce ne sono due che incontrino totalm[en]te; io da tutti questi ho corretto il mio Friuli, che sarà copiosiss[im]o, ma so però che darà che dire ad alcuno". […] Gli oronimi sono pochissimi: Monte Mauro, segnato molto a sud rispetto alle sorgenti. Cfr.