Stampe
Jacques-Philippe Le Bas (Parigi 1707 – Parigi 1783)
Luogo magnifico terreno della reggia di Alessandro
230,00 €
Il Bulino Antiche Stampe s.r.l.
(Milano, Italia)
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Dettagli
Descrizione
misure: mm 180 x 179
Disegnatore e incisore francese. Si formò e lavorò principalmente a Parigi dove divenne uno degli incisori più famosi della sua epoca. Allievo di Tardieu risentì anche dello stile di Audran, contribuì a diffondere l’uso della puntasecca associata al bulino. Nel 1743 fu ammesso all'Accademia reale di pittura e cinque anni dopo all'Accademia di Rouen. Grazie ai suoi lavori fu nominato consigliere dell'Accademia nel 1781 e l'anno successivo acquisì il titolo di Incisore del re. Egli realizzò più di cinquecento incisioni tratti da disegni o dipinti di numerosi artisti francesi e fiamminghi, antichi o a lui coevi.
Questa stampa, tratta da un disegno dei fratelli Galliari (1709 – 1790), fu realizzata per la scena III dell'opera La vittoria di Imeneo, tenutasi al Teatro Regio di Torino nel 1750 in occasione delle nozze di Vittorio Amedeo, Principe di Piemonte, con Maria Antonia di Spagna. Ci troviamo in un palazzo che è all'interno di questo apparato, "traforato incastro di forme architettoniche", descritto nei minimi dettagli a partire dalle colonne corinzie fino alle statue. Vediamo sulla destra scendere verso il palcoscenico Venere su un carro guidato dalla Pace e trainato da cigni che si poggiano fluttuanti su di una nube. In primo piano accanto a un milite con la spada si muovono altri attori elegantemente vestiti. In cielo tra un turbinio di nubi, contraddistinte da contrasti chiaroscurali, si muovono cherubini e divinità come Zeus e Nettuno con i colo attributi iconografici. In basso, oltre l'immagine, incisi "Frat. Galliari inventi", "Le Bas sculp". Oltre la battuta del rame numero 6 a penna in grafia antica.
Impressione eccellente,dai neri intesi. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame. Al verso timbro raffigurante giglio.
Bibliografia: M. Viale Ferrero, "Scenografi e costumi" in "Il teatro Regio di Torino", 1970, p. 169-70, p. 163.