Stampe
Luigi Bartolini (Cupramontana 1892 – Roma 1963)
La fragile conchiglia, 1936
3800,00 €
Il Bulino Antiche Stampe s.r.l.
(Milano, Italia)
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Dettagli
Descrizione
misure: mm 208 x 247
Pittore, scrittore, sceneggiatore ed incisore italiano. Dopo gli studi tecnici, compiuti a Jesi, si trasferisce nel 1907 a Siena, dove si iscrive all'Istituto di Belle Arti. Nel 1909 lo troviamo a Roma, dove frequenta l'Accademia di Belle Arti e le lezioni di anatomia, storia dell'arte e letteratura all'Università; all'Accademia di Spagna, a San Pietro in Montorio, segue i corsi di disegno e studia le incisioni di Goya. Fra il 1913 e il 1914 è a Firenze, dove segue lezioni di architettura e anatomia e la scuola di nudo annessa all'Accademia; resta colpito dalle incisioni di Giovanni Fattori e, agli Uffizi, studia le collezioni di antichi disegni e le acqueforti di Rembrandt e Callot. Con Bartolini l'incisione torna ad essere un mezzo di espressione poetica libera dal simbolismo e dal vedutismo allora in voga presso le accademie. L’artista forte della sua indomita libertà espressiva e nonostante il suo essere anticonvenzionale è oggi considerato uno dei più importanti incisori contemporanei del novecento. Nelle sue acqueforti prevale ora un tratteggio leggero (genere biondo), ora una ricerca del chiaroscuro alla Rembrandt (genere nero).
All'interno di una teca, la cui forma e profondità sono realizzate con l'abile uso della tecnica a chiaroscuro, troviamo una conchiglia frastagliata incisa quasi al tratto, un segno leggerissimo per esaltarne la fragilità e farla emergere eterea dal fondo scuro. Impressione eccellente e nitida. Neri intensi e forti contrasti chiaroscurali definiscono la rappresentazione. Si tratta di uno dei soggetti più noti e ricercati dell’autore che certamente doveva conoscere l’incisone di Rembrandt con soggetto simile. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame. Leggera acquerellatura. Firma in lastra in basso a destra "L. Bartolini 1936". A matita, nel margine inferiore, titolo, firma e numerazione 15/50. Un esemplare viene esposto alla II Quadriennale di Roma del 1935, inserendolo l’anno successivo a mostra già inaugurata.
Bibliografia: Giuseppe Marchiori. Le acqueforti di Luigi Bartolini. Articolo per la rivista Emporium, maggio 1936; Gino Vicentini. Bartolini. Rovereto, Edizioni Delfino, 1943; Luigi Bartolini, Le incisioni della collezione Timpanaro, Catalogo a cura di A.Tosi, Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi. Cataloghi, vol.81.