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Stampe

PIRANESI Giovan Battista

Frontespizio con statua della Minerva - Prova di stampa del terzo stato

1761

6000,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1761
Luogo di stampa
Roma
Formato
385x290
Incisori
PIRANESI Giovan Battista

Descrizione

UNA RARISSIMA PROVA DI STAMPA DEL TERZO STATO Acquaforte, bulino e puntasecca, circa 1745/48, firmata in basso a destra, nel foglio di destra. Esemplare nel terzo stato di sette descritto da Hind prima, con indirizzo e prezzo dello stesso Piranesi: Presso l’Autore a Strada Felice nel palazzo Tomati vicino alla Trinità de’ monti. A paoli due e mezzo. L’esemplare in questione, tuttavia, è da considerarsi come una rarissima prova di stampa, su due fogli separati, dividendo l’opera a metà e realizzando due composizioni fini a sé stesse. L’allegoria con la statua della Minerva costituirà il secondo frontespizio alle Vedute di Roma. Il lavoro viene datato dagli studiosi al periodo 1745/48, quindi venne realizzato prima del primo frontespizio all’opera, che è datato in lastra 1748. Per la realizzazione delle due composizioni, ottenute mediante la stampa dell’intera lastra, si servì molto probabilmente di una “mascherina”, riuscendo così a stampare solo metà della lastra. Il periodo in cui tutto ciò avviene lascia supporre che si tratti di un qualcosa di voluto e non di una semplice prova di stampa. Il soggetto – il capriccio – e le misure indicano come l’artista con questa prova di stampa, prosegua il lavoro che aveva iniziato nel 1743, con le prime tavole di Prima Parte di Architetture e Prospettive. Secondo Hind una prova di questo lavoro era presente inclusa nelle Opere Varie - nuovo titolo dato dal Piranesi alla Prima Parte di Architetture e Prospettive a partire dal 1750 - della King's Library, a conferma che il Piranesi usò la lastra per realizzare due nuovi lavori deposti a continuare Prima parte di Architetture e Prospettive. Prima parte di Architetture e Prospettive è una pubblicazione del giovane Piranesi, appena stabilitosi a Roma. Il risultato è un’opera non del tutto unitaria, caratterizzata dalla notevole differenza stilistica tra le tavole, ma dal grande fascino e che lascia intuire e prevedere i futuri sviluppi artistici. Il lavoro continua una tradizione di un modello ormai affermato, che prevedeva il capriccio e la veduta, la scenografia ed il trattato di architettura, ma in seguito, analizzando la biografia dell’artista si comprenderà essere soprattutto lo sfogo di una crisi come architetto e di un itinerario interiore vissuto con intensità. Insomma, il frutto dello scontro di una mente legata alla cultura veneziana erede della poesia delle rovine evocata da Marco Ricci e ripresa dal Bellotto e dal Canaletto, e la nuova cultura architettonica che si andava formando nel giovane Piranesi. Prima parte di Architetture e le successive fantasie architettoniche che la continuano costituiscono un passo decisivo verso lo scopo che egli si prefiggeva nella prefazione all’opera: far sì che il capriccio architettonico portasse a liberare l’architettura dalle catene del mondo materiale e sociale, per farne un’arte veramente liberale. Immediato fu il successo di pubblico che riscosse il lavoro. Come detto la prima stesura dell’opera è databile al 1743, e venne dedicata a Nicola Giobbe, grande impresario al servizio della Camera Apostolica e protettore del giovane architetto veneziano. In seguito, la stessa fu inserita in un più ampio discorso che comprendeva anche i quattro Capricci e pubblicata nelle Opere Varie di Architettura Prospettive Grotteschi Antichità Inventate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto Veneziano stampata da Giovanni Bouchard nel 1750. Magnifica prova, impressa a inchiostro nero su due fogli separati, su carta vergata coeva con filigrana "doppio cerchio e giglio con lettere CB" (su entrambi i fogli), con ampi margini, tracce della consueta piega centrale orizzontale, nel complesso in eccellente stato di conservazione. Questa tiratura, stampata e venduta a Palazzo Tomati dallo stesso artista, è databile al 1760-1761 circa. Opera di grandissima rarità. Dimensioni: 322x495 mm il foglio di sinistra e .