Dettagli
Anno di pubblicazione
1767
Incisori
PIRANESI Giovan Battista
Descrizione
Acquaforte e bulino, circa 1767, firmata in lastra in alto a sinistra. Esemplare corrispondente allâundicesimo stato di trentasei descritto dal recentissimo saggio di Andrew Robison (marzo 2022) databile al 1767. Rispetto al precedente stato del Catalogo, troviamo la presenza, tra le Vedute di Roma â ora 74 - della veduta Del Tempio di Minerva Medica che venne realizzata alla fine del 1766. Tuttavia, lâaddenda manoscritta, autografa, di 4 Vedute di Roma colloca questo esemplare tra lâundicesimo e il dodicesimo stato descritti da Robison. Se dal punto di vista della schedatura risulta corrispondere allâundicesimo stato, lâaggiunta manoscritta dellâautore lo rende un aggiornamento di tale tiratura. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana âdoppio cerchio e giglioâ, con margini, tracce di colla al verso, per il resto in buono stato di conservazione. Abitudine comune di molti editori nel diciottesimo secolo era quella di redigere e dare alle stampe cataloghi o listini prezzi delle opere grafiche che offrivano in vendita, allo scopo pubblicitario di promulgarle, facilitarne le ordinazioni, ricevere sottoscrizioni. Il Piranesi non si limitò ad un semplice catalogo scritto, realizzandone uno illustrato, meglio conosciuto come catalogo inciso, che pubblicò per la prima volta nel 1761. Lâoccasione fu quella della nuova sede di Palazzo Tomati, dove andò a stabilirsi proprio nel 1761. Il primo catalogo conteneva lâelenco delle 59 vedute della serie Vedute di Roma prodotte sino ad allora, comprendendo anche la lista dei libri e delle altre stampe realizzate; tale catalogo venne di volta in volta aggiornato con lâaggiunta del nuovo materiale in vendita, producendo un notevole numero di stati differenti, di cui ben 36 sono ora noti. Il catalogo inciso costituisce un elemento fondamentale per la datazione delle opere del Piranesi, strumento insostituibile di studio e ricerca, la cui analisi degli stati permette di datare approssimativamente tutte le opere tarde dellâartista. Nella realizzazione di questa opera, che a ragione viene considerata come lâennesimo capolavoro, il Piranesi studia soprattutto lâaspetto decorativo che la stessa doveva assumere. La tecnica usata è la stessa di quella che ritroviamo in alcuni suoi libri; su uno sfondo architettonico egli dà vita ad un effetto trompe oeil, disegnando degli spilli che fermano alcuni cartigli contenenti titoli delle sue opere. Il primo piano è costituito da rovine e frammenti scultorei, mentre lo spazio bianco è volutamente inserito per aggiungere in seguito altre voci. Gli esemplari del catalogo sono notevolmente più rari delle altre incisioni, probabilmente sia per la scarsa tiratura, sia perché considerati effimero materiale pubblicitario, e quindi non conservati. Bibliografia Andrew Robison, Piranesiâs Catalogo delle Opere, in The Burlington Magazine, n. 164 (2022), pp. 230-245, XI/XXXVI; H. Focillon, Giovan Battista Piranesi 1720-1778 (1918): n. 1; A. M. Hind, Giovanni Battista Piranesi. A critical study with a list of his published works and detailed catalogues of the Prisons and Views of Rome (1922): p. 6; cfr. K. Meyer-Haunton in Piranesi, Incisioni, Rami, Legature, Architetture.