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Stampe

GRAN DUCATO DI TOSCANA.

Attestasi per me infrascritto Consigliere di Stato, e di Reggenza, e Segretario di Stato di Sua Maestà Imperiale Gran Duca di Toscana nostro Signore come nel Registro del Patriziato di questa Città di Firenze, che nel suo Originale a forma di Legge del 1750. St. Com. si conserva in questo Archivio di Palazzo a Quartiere S. Croce viè descritta la Famiglia Niccolini. e in essa il Sig. Gio. Filippo Leone nato di Angiolo Gasparri e di M. Vittoria Vitolini. Ed in fede sarà la presente da me firmata, e munita col solito Imperial Sigillo, e soscritta dal Ministro dell’Archivio di palazzo. Dat. in Firenze nell’Archivio di Palazzo li ventiquattro Gennaio Millessetecentossessanta.

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Botteghina D'arte Galleria Kúpros Studio Bibliografico

(Rosignano Solvay, Italia)

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Incisori
GRAN DUCATO DI TOSCANA.
Soggetto
Storia - (Bandi, Granducato di Toscana)

Descrizione

Attestato a stampa inframezzato da compilazione manoscritta che riguarda una “Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza” data in luce a Firenze, nell’Archivio di Palazzo, il 24 Gennaio 1760. Il foglio intero misura cm 43 x 58 ma è ripiegato con una delle due metà lasciata in bianco, la metà utilizzata misura 29 x 43 (una misura abbastanza standard per questo tipo di documenti). Sopra il testo campeggia una raffinata incisione in rame all'acquaforte con lo stemma granducale (è raffigurata un’ aquila bicefala munita di corona, spada e scettro). Nel documento, munito di grande Sigillo Imperiale apposto e integro, si attesta che nel Registro del Patriziato dell'Archivio di Palazzo del Quartiere di Santa Croce in Firenze “vi è descritta la Famiglia Niccolini e in essa il Sig. Gio. Filippo Leone nato di Angiolo Gasparri e di M. Vittoria Vitolini”. Un leggero foxing e alcune normali imperfezioni fisiologiche, stampato su buona carta, ottimo stato di conservazione. Questo tipo di attestato veniva rilasciato dalla “Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza”, l’organo che nella Toscana lorenese certificava o meno la qualifica di nobile o patrizio. Questa certificazione serviva per gli usi in società come l’ammissione a circoli, accademie, privilegi per censo, facilitazioni varie etc. Nel Granducato di Toscana, a partire dal 1750, il “riconoscimento della nobiltà e della cittadinanza” divenne oggetto di una precisa procedura regolamentata con una legge che fu appunto quella “per il regolamento della nobiltà e cittadinanza” (promulgata a Vienna il 31 luglio e a Firenze il primo ottobre del 1750). A tale procedura sovrintendeva la “Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza” che, proposta da Richecourt in un suo dispaccio al Granduca del febbraio 1749, fu effettivamente istituita nel contesto della legge del 1750. L’operato della Deputazione consisteva nell'esaminare le domande d’iscrizione, nel verificare le relative “provanze” e nel decidere di ammettere o meno al giudizio del Granduca, finale e insindacabile, le richieste presentate. Così, un dossier standard conteneva la dichiarazione in cui il capo famiglia esponeva il desiderio di far descrivere la propria casata enumerando i componenti che sarebbero stati interessati all’operazione; e conteneva il disegno delle armi della famiglia, (con relativa descrizione araldica e l'indicazione dei luoghi in cui erano visibili), l'albero genealogico (corredato di documentazione comprovante, ricavata dall'archivio della Decima), estratti di battesimo o, in sostituzione, dichiarazioni d'età, dichiarazioni di dote. Nel corso di un tale procedimento si produceva e si accumulava la documentazione che, nel sedimentarsi, ha prodotto l'Archivio della Deputazione, a testimonianza di una attività che (salvo la breve interruzione del periodo francese del 1808 - 1814) proseguì fino all'Unità d'Italia (per Firenze, ad esempio, le ultime iscrizioni nei registri sono relative al 1847 per il patriziato con la famiglia del principe Poniatowschi; e al 1860 per la nobiltà, dove, fra le ultime iscrizioni, di particolare interesse è quella del conte Benso di Cavour). .