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D'Angelillo,JOB CREATION.IL SOSTEGNO ALLE NUOVE IMPRESE IN EUROPA,1988 F.Angeli
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Dettagli
Descrizione
Massimo D'Angelillo,
JOB CREATION.
IL SOSTEGNO ALLE NUOVE IMPRESE IN EUROPA.
Franco Angeli Libri, Milano 1988, ristampa,
brossura, 22x14 cm., pp.231,
Prefazione di MARIO ZIGARELLA
ISBN 88-204-2667-6,
peso: g.310
CONDIZIONI DEL LIBRO: ottime,
ex biblioteca (timbri e collocazione nelle prime
ed ultime pagine, tasca porta scheda applicata alla
III di copertina)
dalle note di copertina:
"Job Creation" è oggi una e-
spressione molto di moda. Per
politici, economisti, sindacali-
sti e imprenditori essa designa
un complesso di misure a so-
stegno delle imprese di nuova
costituzione, specie quelle ad
alta tecnologia e quelle ubicate
nelle aree più colpite dalla cri-
si industriale e occupazionale.
Mettendo in guardia contro fa-
cili illusioni, ma anche parten-
do dalla rilevanza che la tema-
tica oggettivamente assume, il
volume si impegna in una rigo-
rosa definizione dei suoi confi-
ni (rispetto ad esempio ad am-
biti "contigui" quali quelli del-
l'innovazione tecnologica, dei
servizi reali, delle politiche di
mobilità della manodopera) e
in una ricognizione delle sue
implicazioni di politica macro-
economica, occupazionale, in-
dustriale e territoriale. Questo
avviene attingendo ad abbon-
danti riferimenti empirici rica-
vati dalle più significative espe-
rienze straniere (Gran Breta-
gna, Francia, Repubblica fede-
rale tedesca), lette con l'ambi-
zione di ricostruire la logica
sottostante alle strategie adot-
tate nei diversi contesti nazio-
nali.
Ne deriva un confronto con la
situazione italiana, che si carat-
terizza per un ritardo di alcuni
nella adozione di politiche coe-
renti di "Job Creation", ma
che d'altra parte, come appare
dai casi presentati, appare oggi
in rapida evoluzione, specie in
alcune aree del paese.
In appendice, per rimarcare le
implicazioni operative che un
corretto discorso sulla "Job
Creation" può avere, il volume
contiene l'analisi di un partico-
lare case-study (quello di Ra-
venna), per il quale, partendo
dalle caratteristiche economi-
che e istituzionali dell'area,
vengono prospettate precise li-
nee di azione che i diversi sog-
getti in essa presenti potrebbe-
ro seguire.
Massimo D'Angelillo (1956),
economista, si occupa di poli-
tica industriale come consulen-
te di enti, imprese e centri di
ricerca. E' autore di studi a ca-
rattere territoriale e di analisi
comparate sulle politiche eco-
nomiche e su quelle industriali
(specie in materia di nuove
imprese, di servizi reali e di in-
novazione tecnologica) con-
dotte dai principali paesi del-
l'area Ocse.
INDICE
Prefazione Pag. 9
Introduzione " 15
1. Job Creation: una chiara definizione
concettuale come presupposto per l'agi-
re strategico " 19
1.1 Job Creation e politiche macroeco-
nomiche " 19
1.2 Job Creation: la confusione ter-
minologica " 22
1.3 Verso una chiara definizione con-
cettuale " 24
1.4 La definizione "in positivo" " 27
1.5 L'operatore pubblico " 27
1.6 Cosa significa "creazione"? " 28 .
1.7 Quattro possibili definizioni " 30
1.8 La scelta fra le definizioni " 32
1.9 Settori "avanzati" e settori "ar-
retrati" " 32
1.10 Nuove imprese effettive e fitti-
zie " 34
1.11 Quale scelta compiere? " 34
1.12 I criteri per la scelta " 36
1.13 Quale definizione? " 39
1.14 La nostra scelta: Job Creation
come sostegno alle nuove imprese " 41
1.15 Tre "requisiti di utilità econo-
mica" per le nuove imprese " 43
2. Politiche di Job Creation: una propo-
sta interpretativa " 47
2.1 Fasi di sviluppo di una Business
Idea e gamma delle azioni di Job
Creation " 47
2.2 Il ruolo dell1"ambiente" nelle
politiche di JC " 52
2.3 Una classificazione dei dati am-
bientali " 53
2.4 Le condizioni di domanda " 55
2.5 I tassi di natalità imprendito-
rie Pag. 56
condizioni di offerta 57
Le forme delle strategie 65
3. Gran Bretagna: la sinergia fra pubbli-
co e privato 69
3.1 Il caso britannico 69
3.2 L'ipotesi interpretativa 71
3.3 Il Governo e gli Enti Governativi 73
3.4 Le Development Agencies 78
3.5 Le Università: Science Parks e
Business Schools 85
3.6 Il "Movimento" delle Enterprise
Agencies " 90
3.7 Sei esempi di Enterprise Agen-
cies " 93
3.8 Il fiorire delle iniziative di
JC ' 111
4. La Francia: forza e limiti del diri-
gismo 121
4.1 La forza del dirigismo 121
4.2 La filosofia dell'intervento 124
4.3 Le politiche territoriali e gli
incentivi finanziari 125
4.4 L'agence national pour la crea-
tion d'enterprises 129
4.5 I grandi gruppi pubblici e nazio-
nalizzati 132
4.6 I limiti del dirigismo 136
5. Il modello tedesco 141
5.1 La Repubblica Federale: enfasi
minore sulla JC " 141
5.2 Le Industrie-Und-Handels Kammern " 144
5.3 I Laender " 147
5.4 Gli incentivi governativi " 149
5.5 La frontiera fra Stato e Mercato " 151
5.6 La politica industriale dei Laen-
der " 153
5.7 Il Big e i problemi dell'Area
Berlinese Pag. 156
6. Il caso britannico " 161
6.1 Il Quadro Governativo " 161
6.2 L'evoluzione più recente " 162
6.3 I limiti dell'azione dei sogget-
ti periferici " 164
Scheda 1. La "Legge Marcora" (L.49/85) " 170
Scheda 2. L'esperienza Montedison " 172
Scheda 3. I Science Parks Italiani " 175
Scheda 4. Progetto Archimede e Proget-
to Gemini Bocconi " 177
Scheda 5. La legge 33/1982 della Re-
gione Emilia-Romagna " 180
Scheda 6. L'AGENI " 182
Appendice. L'applicazione della metodolo-
gia di analisi a un partico-
lare case-study: una strate-
gia di Job Creation per Raven-
na " 187
1. Il contesto ambientale " 187
2. Come evitare equivoci paralizzan-
ti " 192
3. Intervento finanziario o inter-
vento "reale"? " 194
4. Il Target: operatori esterni o
interni all'area? " 202
5. La gamma dei possibili interventi " 211
6. La sinergia pubblico-privato " 221
7. La scelta organizzativa " 225