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Libri antichi e moderni

Bortolotto Mario

Wagner l’oscuro

Adelphi Edizioni, 2003

30,00 €

Mazzei Libreria Antiquaria

(Bagnone, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2003
Luogo di stampa
Milano
Autore
Bortolotto Mario
Editori
Adelphi Edizioni
Soggetto
(Musica - Compositori tedeschi - Prime edizioni)
Lingue
Italiano

Descrizione

In-8° (22 x 13,9 cm), pp. 454, (10), copertina editoriale. Lievi, normali tracce del tempo alla copertina, in particolare, dorso leggermente scolorito. Per il resto, in ottimo stato. Volume 42 nella collana «Saggi. Nuova serie». Prima edizione. La cornice della copertina è ripresa da un motivo ornamentale del Turkestan cinese. Risvolto. Non è possibile scrivere oggi su Wagner senza fare i conti con due formidabili pamphlet contro Wagner: Der Fall Wagner di Nietzsche e quel Versuch über Wagner di Adorno che ha a lungo scompigliato le carte della critica. Ma non solo: bisogna fare i conti anche con il wagnerismo e i wagneriani – temibile genia, questi ultimi, di laudatori genuflessi nella devozione. Infine: è impossibile ascoltare oggi Wagner se non attraverso ciò che è accaduto alla musica del Novecento. Bortolotto accetta la sfida e, dopo aver sgombrato il terreno da apologeti e denigratori, ci lascia intravedere, dietro la facciata magniloquente e un po’ kitsch, dietro la spudorata seduzione e la possente facilité delle soluzioni musicali e drammatiche, un Wagner insospettato e sorprendente, dalle sfaccettature multiple e solo apparentemente inconciliabili. C’è un Wagner mitopoietico, capace per primo di dar voce al mito in musica e di raggiungere l’incandescenza del cromatismo; c’è un Wagner «supremo farceur», ci suggerisce ad esempio Bortolotto, quello che può sostenere ogni sorta di provocazioni, dichiarare la Cappella Sistina «una mostruosità» e, tra i greci, amare Aristofane più dei tragici; c’è un Wagner lettore di Schopenhauer e delle Upanishad, che può osservare la décadence «da vicino, senza paura» e affermare: «l’ipotesi di una degenerazione della stirpe umana, per quanto contraria all’ottimistica fiducia in un continuo progresso, potrebbe essere la sola tuttavia, se seriamente considerata, in grado di aprirci l’animo a una ben fondata speranza»; e c’è un Wagner, come scriveva lo stesso Nietzsche, «che mette da parte piccole, preziose cose . Un lessico delle più intime parole . soltanto brevi cose da cinque a quindici battute, tutta musica che nessuno conosce». Appunto al Wagner che nessuno conosce ci consente finalmente di accostarci questo libro magistrale di Mario Bortolotto.