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Libri antichi e moderni

Cavalca Domenico, Cesari Antonio

Volgarizzamento degli Atti Apostolici di F. Domenico Cavalca edizione eseguita su quella di Moucke, Firenze, 1769 fatta per cura del Can. Bonso Pio Bonsi. Unito a: Dissertazione sopra lo stato presente della Lingua Italiana Scritta da Antonio Cesari

Per Giovanni Silvestri,, 1829-1842

28,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1829-1842
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Cavalca Domenico, Cesari Antonio
Editori
Per Giovanni Silvestri,
Soggetto
LEGATURA LEGATURE VICOPISANO VERONA ATTI APOSTOLI LINGUISTICA, LETTERATURA
Lingue
Italiano

Descrizione

In 8° (15,8x10 cm); X, (2), 160 pp. e 118, (2) pp. Bellissima legatura coeva in mezza pelle verde con titolo e ricchi fregi in oro al dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Antico timbretto di appartenenza privata al primo frontespizio. La prima opera contiene il volgarizzamento degli Atti degli Apostoli realizzato dal grande intellettuale originario di Vicopisano (Pisa), Domenico Cavalca. Appartenente all'Ordine dei Frati Predicatori Domenicani, uomo di santi costumi, scrisse opere di argomento religioso od ascetico, in parte originali, in parte tradotte dal latino; inoltre fu docente di teologia a Pisa. Si dedicò all'educazione morale delle donne e, nel 1342, poco prima della sua morte, fondò il convento di Santa Marta a Pisa. Tra le sue opere si trovano: il volgarizzamento delle Vite de' Santi Padri , con molti aneddoti; l'Esposizione del Simbolo degli Apostoli ; la Disciplina degli spirituali; il volgarizzamento di Specchio della croce; Mondizia del cuore; Pungilingua, dove inserì dei sonetti, laude e sirventesi; alcuni trattati morali, vicini alle Summae virtutum ac vitiorum del Trecento (Il trattato della trenta stoltizie). La seconda opera invece è una dotta dissertazione del celebre linguista e scrittore veronese, Antonio Cesari. Antonio Cesari (Verona, 17 gennaio 1760 - Ravenna, 1º ottobre 1828) è stato un linguista, scrittore e letterato italiano. Appartenente all'ordine di san Filippo Neri, fu il teorico del Purismo del XIX secolo. Nella sua Dissertazione sullo stato presente della lingua italiana del 1808 - 1809, propose quale esclusivo modello linguistico il tosco-fiorentino del Trecento la cui eccellenza, a suo dire, appariva in tutti gli scritti anche non letterari di quel periodo. Le sue teorie, che si rifanno alle proposte nelle Prose della volgar lingua del Bembo, volevano essere una reazione all'"imbarbarimento" della lingua italiana avvenuto nel Settecento per l'influsso delle dominanti culture francesi e inglesi. Queste tesi furono difese per tutta la vita e in tutte le opere: nella sua nuova edizione del Vocabolario della Crusca, 1806 - 1811, che comprendeva solo vocaboli utilizzati dagli scrittori anche minori del Trecento, nel dialogo Le Grazie (1813), nelle traduzioni delle Odi di Orazio e delle commedie di Terenzio. Tra il 1824 e il 1826, pubblicò le Bellezze della Commedia di Dante Alighieri. L'opera, strutturata in trentaquattro dialoghi, undici per l'Inferno e per il Purgatorio e dodici per il Paradiso, è un'originale analisi linguistica e stilistica della Divina Commedia, tendente a superare i limiti dei contemporanei commenti storico-eruditi. Cesari si cimentò anche nella traduzione dell'Imitatio Christi in volgare fiorentino, un impegno da cui proviene un aneddoto utile a far luce sul suo modo di intendere il mestiere di traduttore e l'impegno profuso nella ricerca della purezza lessicale. In corso d'opera, infatti, Cesari si trovò alle prese con il problema di tradurre la frase "sane bene equitat, qui gratiam dei equitat": riteneva infatti da evitare la parola "cavalcare", che lui avvertita di basso registro linguistico e possibile fonte di equivoci profani. Insoddisfatto della soluzione trovata nella prima edizione, continuò a tornarci sopra per trent'anni prima di giungere a una soluzione per lui soddisfacente, che incorporò nella seconda edizione: gli sovvenne un'espressione del Trecento, "andar di portante" e decise di tradurre la frase latina con "Va assai ben di portante chi dalla grazia di Dio è portato". Esemplari in buone-ottime condizioni ed in bella legatura coeva.