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Libri antichi e moderni

Mallarmé, Stéphane, Tradotto Da Decio Cinti [Ma: Filippo Tommaso, Marinetti ?]

Versi e prose. Traduzione di Decio Cinti [in copertina: «I poeti maledetti. Mallarmé. Prima traduzione italiana di Decio Cinti»]

Modernissima (stampa: «Tip. Dall’Ovo & Oglietti»),, 1921

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Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1921
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Mallarmé, Stéphane, Tradotto Da Decio Cinti [Ma: Filippo Tommaso, Marinetti ?]
Pagine
pp. 100 [4]; 1 carta fuori testo all’antiporta con ritratto di Mallarmé (fotografia di Nadar).
Collana
serie «I poeti maledetti»,
Editori
Modernissima (stampa: «Tip. Dall’Ovo & Oglietti»),
Formato
in 8°,
Edizione
Prima edizione.
Soggetto
Poesia Straniera dell' 800 Poesia Italiana del '900
Descrizione
brossura bianca patinata stampata a colori, con bella illustrazione in copertina.
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione. Esemplare pubblicato nel catalogo dedicato da Vanni Scheiwiller e Michel David a «Gian Dàuli editore, traduttore, critico, romanziere», pubblicato nel 1989: riprodotto a pagina 39, è riconoscibile per la vistosa firma di possesso di antico proprietario in copertina, vergata in pennello con inchiostro bruno. Restauro di rinforzo alla copertina, con velatura integrale in volta e minime integrazioni perimetrali; per il resto ottimo esemplare, con le carte uniformemente brunite come normale. Prima edizione della traduzione firmata Cinti, che era apparsa invece a firma di Marinetti per i «Breviari» dell’Istituto Editoriale Italiano nel 1916. Pur presentando una diversa disposizione dei componimenti, i contenuti dell’antologia nei «Breviari intellettuali» sono interamente ricompresi nel libro di Modernissima, che da parte sua aggiunge due poesie e [quattro] prose. Per di più, confrontando attentamente le due versioni, si scopre che si tratta assolutamente della stessa traduzione, in redazioni leggermente differenti: anzitutto Marinetti optò per la prosa, abolendo la suddivisione in versi delle poesie originali che invece persiste nella traduzione di Cinti, si riscontrano poi alcune minute differenze nel testo, con variazioni relative ad alcuni vocaboli, scelte sinonimiche, di punteggiatura eccetera. -- Di sicuro si è per lo meno di fronte a una traduzione collaborativa, a quattro mani, anche se il fatto che Cinti fosse il traduttore principale del Marinetti francese — unito al fatto che l’ultima e più ampia edizione del 1921 esca proprio a suo nome — fanno propendere per un’attribuzione diretta al solo Decio Cinti. Bibl.: Gian Dàuli editore (Milano 1989), p. 39 (ill.)
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