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Libri antichi e moderni

Bigiaretti Libero

Un discorso d'amore,

Garzanti,, 1948

40,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1948
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Bigiaretti Libero
Editori
Garzanti,
Soggetto
MATELICA MACERATA MARCHE PREMI LETTERARI
Lingue
Italiano

Descrizione

In 8° (19,6x13 cm); (4), 176, (2) pp. Brossura editoriale a colori, sopracoperta in acetato e anche, conservata la fascietta editoriale del Premio Fiuggi. Vecchia ed elegante firma d’appartenenza privata alla prima carta datata 1956. Prima edizione di questo scritto del noto poeta, scrittore e traduttore, Libero Bigiaretti (Matelica in provincia di Macerata, 16 maggio 1905 – Roma, 3 maggio 1993). Nato in una famiglia di modeste condizioni economiche è costretto fin da piccolo a partecipare attivamente ai guadagni famigliari, trascurando così gli studi regolari senza però, trascurare di impegnarsi, con notevole profitto, in studi da autodidatta che gli permisero di iscriversi al Liceo Artistico a Roma dove consegue il diploma. Nel dopoguerra diventa, ad Ivrea, direttore dell’Ufficio Stampa dell’Olivetti e segretario del Sindacto Nazonale Scrittori. Collaboratore dell’Unità e dell’Avanti, Bigiaretti fu scrittore prolifico che nei suoi romanzi e nelle sue poesie, analizzò i sentimenti umani con particolare sensibilità alla condizione femminile che descrive nei suoi romanzi in toni più positivi rispetto alle scelte, spesso criticabili, dei protagonisti maschili. La sua abilità di scrittore gli permise di vincere numerose premi letterari come il Fiuggi, il Marzotto, il Chianciano ed il Viareggio. Uno dei suoi temi preferiti è la condizione umana straniante nella società industriale e la sua vicinanza ai movimenti operai, quasi Bigiaretti se ne sentisse parte, stride con i rapporti spesso scontrosi con gli ambienti letterari. Sebbene notevolmente apprezzato dagli scrittori suoi contemporanei ne rimane, per scelta personale, sempre isolato a causa del carattere difficile e timido e anche, per un complesso dell’autodidatta che lo caratterizzerà per tutta la vita. L’opera qui presentata, poi ampliata nel 1956 con il cambio del titolo in “Disamore”, ricostruisce l’affievolirsi di un grande amore rappresentato attraverso gli occhi del protagonista. Prima edizione in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: Gambetti – Vezzosi, Rarità Bibliografiche del Novecento Italiano, 2009, pag. 98.
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