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Libri antichi e moderni

Erizzo Sebastiano.

Trattato dell'Istrumento et Via Inventrice de gli Antichi.

Per Plinio Pietrasanta., 1554

330,00 €

Daris Libreria

(Lucca, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1554
Luogo di stampa
In Venetia.
Autore
Erizzo Sebastiano.
Editori
Per Plinio Pietrasanta.
Soggetto
Edizioni del '500 - Filosofia

Descrizione

In-4° antico (cm 20,5 x 15), legatura in piena pergamena molle (rimontata), pp. 172 e (2) di registro, colophon ed errata. Bellissimo frontespizio allegorico inciso in legno, incluso nella numerazione delle pagine; iniziali istoriate e finalini xilografici. Lettera dedicatoria di Girolamo RUSCELLI al Cardinale di Santa Croce Marcello Cervino, il prossimo Marcello II, in tondo all'inizio del volume; il testo del Trattato, che segue, è in corsivo. Al foglio di guardia posteriore ex-libris manoscritto di Walter Ashburner (1864 - 1936), professore a Oxford e cofondatore del British Institute di Firenze. Edizione originale dell'Opera prima del nobile e umanista veneziano (1525 - 1585), traduttore di Platone e commentatore di Petrarca, oltre che tra i primi amatori e conoscitori di numismatica. Di Platone l'Erizzo tradusse e commentò il Timeo, l'Eutifrone overo della santità, l'Apologia di Socrate, il Critone o di quel che s'ha affare, il Fedone o dell'immortalità dell'anima; soprattutto nel diffuso commento al Fedone, la figura del filosofo antico è intesa, per la 'profondità' delle sue 'divine considerazioni', come vertice dell'umano intendimento. I passi delle opere di Platone sono citati in questo Trattato nella traduione latina di Marsilio Ficino. Nel Dizionario Biografico Treccani si legge, riguardo a questa opera: Nella presentazione Girolamo Ruscelli asserisce che il 'bellissimo' scritto vede la luce quasi all'insaputa d'un Erizzo troppo schivo e modesto. L'Erizzo, in realtà, s'era a tal punto preoccupato della destinazione alla stampa del suo trattato da sconsigliare, nel 1552, con pretestuose motivazioni, Bassiano Landi di pubblicare un testo, da lui composto, 'dei metodi e degli ordini', che avrebbe finito coll'interferire col proprio. Ed era sempre l'Erio che, indotto il Landi alla rinuncia, gli sottopose, nel 1553, il suo manoscritto avendone, oltre al 'parer', anche un suggerimento di titolo - quello Della prestanza dell'instrumento divisivo, ovvero Della eccellenza del metodo divisivo - che, rispetto a quello adottato dall'Erizzo, suona senz'altro più corrispondente alla tesi che anima il trattato. In questo, infatti, tra le quattro vie dell'apprendere, quella definitiva, dimostrativa, divisiva, risolutiva, è la 'divisiva' la via maestra per 'investigar la essentia et la natura delle cose', la fida 'guida' capace di 'ritrovare la diffinitione, donde poi si spiega essa natura di tutto quello che si propone'. Volta agli universali, conoscibili solo intellettualmente (mentre i singolari sono accostabili col senso), la scienza presuppone, allora, la 'via divisiva'. Buon esemplare, abbastanza fresco e marginoso.