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Libri antichi e moderni

Marco Viroli

Signore di Romagna. Le altre leonesse. Dame, amanti e guerriere nelle corti romagnole

Il Ponte Vecchio 2010,

15,00 €

Medievale Libreria

(Pavia, Italia)

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Dettagli

ISBN
9788865410080
Autore
Marco Viroli
Editori
Il Ponte Vecchio 2010
Soggetto
Società e politica-Donne

Descrizione

272 pagine. Ill. b/n. Brossura con alette. gr 480. Collana: Signori di Romagna, 4. Commento dell'editore: Già autore di Caterina Sforza, leonessa di Romagna, accolto con grande favore, Marco Viroli propone qui le vicende straordinarie delle figure di donna che, presso le corti romagnole, si fecero protagoniste di una storia insieme splendida e sanguinaria. Passano così nel libro: - gli amori tragici di figure immortali come Francesca da Rimini e Parisina Malatesta; - i tradimenti finiti nel sangue, nei quali le donne furono ora vittime (come la dolente figura di Barbara Manfredi alla corte degli Ordelaffi), ora implacabili congiurate (come Francesca Bentivoglio alla corte dei Manfredi); - gli eroismi di Signore entrate nel mito, capaci di ergersi al modo di impavide guerriere, come nel caso di Cia degli Ordelaffi, eroina sopra le mura della rocca di Cesena, o di Diamante Torelli, eroica guerriera in difesa delle mura faentine strette d'assedio dal duca Valentino; - le raffinate figure di Isotta degli Atti e di Violante Malatesta, virtuosa e fin sfuggente nella sua pietas cristiana, testimoni e forse ispiratrici dei due capolavori del Rinascimento romagnolo: il Tempio Malatestiano di Rimini e l'aurea Biblioteca Malatestiana di Cesena, memoria del mondo". E poi, ancora, Orabile di Giaggiolo, Vannetta de' Toschi, Caterina Rangoni, Lucrezia Pico della Mirandola, Marsibilia Pio, Cassandra Pavoni: una galleria di figure affascinanti e insieme le complesse vicende delle signorie romagnole: insomma, la celebre terzina di Dante fatta storia e figura, in un libro denso di fatti e di sorprese: "Le donne e' cavalier, li affanni e li agi / che ne 'nvogliava amore e cortesia / là dove i cuor son fatti sì malvagi" [Dante, Purgatorio, XIV, 109-111]."