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Libri antichi e moderni

Diulgheroff, Nicolaj

[Servizio da tè in ceramica]

M.G.A. [Mazzotti Giuseppe Albisola],, 1930-1933

17000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1930-1933
Luogo di stampa
Albisola,
Autore
Diulgheroff, Nicolaj
Pagine
terracotta maiolicata mat decorata con colori e smalti.
Editori
M.G.A. [Mazzotti Giuseppe Albisola],
Formato
varie misure (picco di altezza 175 mm),
Soggetto
Futurismo

Descrizione

EPHEMERA Ceramica futurista originale Mazzotti Albisola dietro disegno di Nicolaj Diulgheroff. Straordinario esemplare completo (sei piattini, teiera, lattiera e zuccheriera), eccezionalmente conservato (ininfluenti minime sbeccature ai bordi interni dei due coperchi e a un paio di angolini sui manici; contenuta sbeccatura al beccuccio della teiera; il manico di una tazzina riattaccato senza perdite), in una variante di colore inedita e particolarmente bella sia sotto il profilo della decorazione futurista che per l’azzeccato accostamento dei dieci colori. Questo servizio da tè progettato dal designer bulgaro Nicolaj Diulgheroff nei primissimi anni trenta — Liliana Ughetto anticipa l’invenzione al 1930, rispetto al 1932-33 indicato da Crispolti — è da considerarsi il suo capolavoro nell’ambito della ceramica futurista. Le semplici forme a tronco di cono, gradevoli e funzionali, che cominciano o finiscono nei tondi perfetti dei piattini e dei coperchi, sono millimetricamente controbilanciate dai manici spigolosi, ricavati da sezioni rettangolari dentellate la cui forma slanciata è precisa citazione della della «F» di futurismo stilizzata alla stessa maniera in numerosi prodotti a stampa degli anni trenta. «Il risultato di maggior interesse rimane tuttavia il più noto “servizio da tè” (fig. 137) (datato al 1932-33, ma probabilmente da anticipare), ancora oggi in produzione, disegnato secondo soluzioni dinamiche di geometria elementare adeguate alla concezione futurista. I decori alternavano interventi di adattamento all’oggetto, secondo fasce circolari astrattive utili a sottolineare la forma costruttiva, ad autonomi motivi spiraliformi, più vicini al vivace decoro delle aree mitteleuropee e balcaniche, a motivi elaborati dalla manifattura» (Ughetto p. 116b). Il complesso delle forme restituisce un’impressione affusolata e aerodinamica — particolarmente nella teiera e nella lattiera — anticipazione o reminiscenza dell’aeropittura — sicuramente meccanica (indicativa la semplificazione del beccuccio della teiera) e anche in un certo senso primordiale e preistorica, con la dentellatura a gradini che evoca sicuramente gli ingranaggi meccanici — citazione dell’immaginista «Ruota dentata»? — ma anche l’alterità dei profili degli edifici monumentali precolombiani. -- Fraterno amico di Tullio d’Albisola, per il quale disegnerà il bellissimo villino-laboratorio, varie carte da lettera e il celebre marchio «Lito-Latta», Diulgheroff lavorò intensamente al disegno di stoviglie per la fornace Mazzotti, molto più di quanto non restituiscano i repertori dedicati alla ceramica futurista. Il suo nome ricorre — unico tra i futuristi — con impressionante frequenza nello scorrere il catalogo del 2004 dedicato a «La fabbrica e la produzione» Giuseppe Mazzotti 1903-2003 (pp. 42, 57, 58, 59, 82, 96, 98): sono disegni estremamente funzionali di bottiglie, ciotole, alzate, cestini e servizi dove prevalgono le linee arrotondante e conchiuse, alla ricerca della perfetta economia e semplicità del segno. Piccoli capolavori di design per l’uso quotidiano in mezzo ai quali la complessità formale di questo servizio da tè si impone come una vera e propria scultura, un’opera d’arte. -- La decorazione di questo esemplare merita un approfondimento a sé: a differenza degli altri esemplari censiti in letteratura, decorati con un massimo di tre colori senza forme, l’esemplare in oggetto è un’esplosione futurista di colori e forme geometriche che richiama piuttosto altri decori come quello per il vaso/anfora del 1932 (Chilosi e Ughetto n. 134) e alcuni lavori di Tullio d’Albisola. A impressionare di questo servizio è la complessità degli accostamenti e la ricchezza delle soluzioni, dai colori pieni e sfumati giustapposti o trascorrenti l’uno nell’altro alle forme geometriche delineate in nero o arancio — come le piccole vele e il tondo/sole sulla teiera — e bilanciate da rette di vari spessori, piegate in curve disposte a onde o persino incuneantisi come sulla teiera. Si contano in tutto dieci colori (viola, rosa, verde, giallo, azzurro, blu, nero, rosso, marrone, bianco), senza badare alle varianti ottenute per gradazione e sfumatura, che risultano incredibilmente bilanciati in felicissimi accostamenti. -- Merita chiudere ricordando che, tra le tante stoviglie disegnate negli anni trenta, questo è il solo servizio che è rimasto in produzione nel dopoguerra fino ai giorni nostri, con alcune varianti e banalizzazioni (si veda il catalogo «La fabbrica e la sua produzione», n. 146). Crispolti, Ceramica futurista (1982), pp. 47 (similare) e 127 (similare, coll. priv. Messina); Ruta, Arredi futuristi (1985), p. 188 (similare, coll. priv. Messina); Verdone, Archivi futuristi (1990), n. 65 (ex. Di Bosso, similare); Chilosi e Ughetto, La ceramica del Novecento in Liguria (1995), n. 137 p. 119 (similare, coll. priv. Savona); Fabbrica Casa Museo Giuseppe Mazzotti 1903: La fabbrica e la sua produzione (2004), n. 127 p. 82 (similare); Albisola e il futurismo (2009), pp. 200-209 (tre similari, coll. Fracchini e private Savona); Lecci e Sborgi, Savona futurista (2009-2010), s. n. p. (similare, coll. priv. Torino, registrato come «servizio da caffè»)

Edizione: ceramica futurista originale mazzotti albisola dietro disegno di nicolaj diulgheroff.
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