Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Libri antichi e moderni

Daniele Giglioli

Senza trauma. Scrittura dell'estremo e narrativa del nuovo millennio

Quodlibet, 2022

11,40 € 12,00 €

Quodlibet

(Macerata, Italia)

Parla con il Libraio

Metodi di Pagamento

Dettagli

Anno di pubblicazione
2022
ISBN
9788822906663
Autore
Daniele Giglioli
Pagine
107
Collana
Saggi
Editori
Quodlibet
Formato
217×142×13
Soggetto
Studi letterari: 1900–2000 ca., Studi letterari: narrativa, romanzieri e scrittori di prosa, Italiano, Prima metà del XXI secolo, 2000–2050
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

C’è stato un tempo in cui il trauma comportava silenzio, fuga, oblio, dolore e rimozione. Oggi accade il contrario: senza trauma non sappiamo più parlare. Mai la possibilità di subire un trauma nella vita reale è stata tanto messa ai margini come nella nostra epoca. Eppure mai come adesso il trauma viene evocato, desiderato, rivendicato come fattore identitario. Un trauma senza trauma, dunque, o meglio ancora un trauma dell’assenza di trauma: figura di un’impotenza, autodenuncia di una malafede, sintomo di una crisi delle forme e dei linguaggi in cui si riflette e si modella l’esperienza del vivere associato. Qualcosa, in quell’esperienza, fa difetto, e di quel difetto il trauma viene di continuo chiamato a fungere da supplemento, spiegazione, riparazione, motivo non più di vergogna ma di orgoglio. Il saggio di Daniele Giglioli muove dall’ipotesi che molta letteratura del nuovo millennio viva all’insegna di questa situazione: una scrittura dell’estremo che ha nel trauma immaginario la sua prima scaturigine, il suo centro di risonanza più segreto, il suo seme di verità più prezioso. Dei testi convocati a testimoni viene offerta un’analisi puntigliosamente sintomatica, nella convinzione che in una società tutta dedita all’adorazione del feticcio (tra cui quello del trauma senza trauma) e in cui il rapporto con la realtà è interamente requisito dall’immaginario, il sintomo sia già di per sé una critica, un’istanza di verità irriducibile cui bisogna in tutti i modi dare voce.