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Libri antichi e moderni

De Amicis Edmondo

Scene della Vita Militare. Bozzetti (dall'Italia Militare' del 1867)

Società Editrice Roma, 1908

25,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1908
Luogo di stampa
Como
Autore
De Amicis Edmondo
Editori
Società Editrice Roma
Soggetto
Militaria, Risorgimento, Letteratura italiana
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
In ottimo stato
Lingue
Italiano
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

In-16°, pp. 264, (24), brossura editoriale illustrata a colori da Luca Fornari. Un ritratto di De Amicis f.t., illustrazioni in b.n. f.t. Bell'esemplare. Una delle prime e più conosciute opere deamicisiane, scritta dall'autore a soli 22 anni. De Amicis era stato cadetto della Scuola Militare di Modena, da cui era uscito nel 1865 come sottotenente di fanteria, grado con il quale prese parte alla battaglia di Custoza. Spostatosi per servizio a Firenze, in quegli anni capitale d’Italia, prese a scrivere proprio i bozzetti militari che pubblicò sulla 'Nuova Antologia' e sull'Italia militare', che confluirono in questa sua opera prima, volti a offrire un’immagine positiva ed un po' edulcorata dell’esercito italiano, visto come scuola di patriottismo e come uno dei luoghi in cui si sperimentava l’unificazione reale dell’Italia. Scrive Dino Provenzal nel Dizionario Bompiani delle opere, VII, 837: 'Uscita per la prima volta nel 1868, poi, rifusa e aumentata, fu pubblicata nel 1869 e finalmente nel 1880. Da quell'anno in poi le ristampe furono innumerevoli. La popolarità di 'Cuore' ha fatto dimenticare quella di questo libro che per primo trasse il De Amicis in primissiama fila tra gli scrittori ricercati e amati dal pubblico italiano. Prima di compilare il volume l'autore aveva fatto conoscere sei di questi 'bozzetti', com'egli li chiamò, nell'Italia Militare' e nella 'Nuova Antologia'. (.) Accanto alle gioie della fama non mancarono al De Amicis le amarezze, perché fu detto che nella 'Vita militare' ci sono troppe scene commoventi, troppi languori, troppe lagrime: il giudizio è diventato comune dopo i versi di Carducci. Ma non mancano pagine energiche o addirittura forti, specialmente là dove è messo in risalto il valore dei nostri soldati'.