Dettagli
Anno di pubblicazione
1767
Luogo di stampa
A Londres (ma Parigi),
Autore
Hume David, Rousseau Jean-Jaques
Soggetto
HUME FILOSOFIA EPISTOLARI
Descrizione
In 12° (19x11,4 cm); XII, 92, 28 pp. Senza brossura ma presente lo spago antico. Uno strappetto, senza perdita di carta, al margine basso del frontespizio, ininfluente, un forellino di tarlo al margine interno bianco delle prime 5 carte e per il resto esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione, ancora in barbe. Probabile seconda rara edizione, uscirono varie edizioni formate da parti diverse ma tutte con presenti le prime 92 pagine (alcune edizioni solo con queste), che David Hume pubblicò nel 1766 per dimostrare all'opinione pubblica la sua innocenza dall'accusa di tradimento portata contro di lui dal celebre illuminista francese, Jean Jaques Rousseau. Dopo l'Avertissement des editeurs, segue la raccolta della corrispondenza di Rousseau con Hume e altri, viene poi, il Jugement de l'auteur des affiches sur ce demele avec une Lettre de M. Freron. Rispetto all'edizione più estesa, in questa versione, mancano le lettere di Voltaire. L'opera raccoglie oltre alle lettere di Hume a Rousseau e le risposte di questi, un intervento di Walpole e una nota di D'Alembert, il tutto per dimostrare l'assoluta buona fede dello Hume nella faccenda di questo litigio sorta dopo che Rousseau era dovuto fuggire nel Regno Unito a causa della condanna e le seguenti tribolazioni che la pubblicazione dell'Emilio gli aveva procurato. Rousseau ricevette l'aiuto e l'appoggio del mondo intellettuale inglese, compreso quello di Hume che fu tra i più strenui difensori di Rousseau. La nascita della querelle sembra prese avvio da uno scherzo del nobiluomo, poligrafo e buontempone londinese, Walpole. Nel momento della massima difficoltà di Rousseu a causa delle difficoltà incontrate per la pubblicazione dell'Emile. Rousseau, personaggio caratterizzato da un carattere particolarmente difficile e afflitto da manie di persecuzione, stava in quei giorni riflettendo se accettare o meno l'ospitalità che Hume gli aveva offerto a Londra. Walpole pensò di scrivere a Rousseau una lettera, firmata dal re di Prussia, in cui fingeva che il monarca si offendesse perché il filosofo non voleva accettare la sua generosa ospitalità e minacciandolo di ritorsioni. La lettera poi pubblicata sul Saint James Chronicle di Londra fece il giro dei salotti europei, portando Rousseau nello sconforto più profondo. L'illuminista, a quell'epoca ospite, proprio di Hume, accusò il suo protettore di tradimento e di essere lui l'artefice della beffa. La situazione degenerò a tal punto da rendere la situazione insostenibile. Gli amici DAlembert e Voltaire convinsero Hume ad esporre pubblicamente le sue ragioni. Ciò che lo scozzese fece in questo breve pamphlet che contiene anche il jaccuse di Rousseau. In fondo la discussione era animata anche da profondissime differenze. Essa vedeva contrapposte due scuole di pensiero ben definite ed inconciliabili. Da una parte si trovava il liberale, empirista inglese David Hume, fautore del darwinismo e dallaltro legalitario Jean-Jacques, che ipotizzava uno stravolgimento dellordine sociale per ritornare a quello stato di natura che solo avrebbe potuto garantire la felicità. Rarità bibliografica.