Dettagli
Anno di pubblicazione
1816
Soggetto
proibiti, napoleonica
Descrizione
In 8° (cm 12 x 19,7), copertina colorata muta, pp 104; esemplare in buone condizioni, lievi bruniture. Rarissima, interessantissima opera messa all'Indice, per gli attacchi contro la restaurata monarchia borbonica ed in genere contro il nuovo equilibrio europeo scaturito dalla tempesta napoleonica; di cui non abbiamo trovato traccia nelle biblioteche consultate, dell'alto prelato (1759-1837), ambasciatore in Polonia, diplomatico di Napoleone, storico delle relazioni internazionali, A. di numerosi pamphlets impressi in quegli anni che, a causa del carattere ferocemente anticoncordatario, vennero messe all'Index nel 1820 e 1828. L'A. dà seguito al suo pensiero politico, espresso in numerosi trattati, dalla fine del secolo XVIII all'epoca del Congresso di Vienna. Pradt parte dal principio che il Congresso è destinato a mettere un termine ad un periodo che è stato estremamente turbolento nell'Europa intera: si tratta nientedimeno che dell'avvenire dell'Europa intera, e una nuova era deve aprirsi. In questo violento libello, l'A. muove un atto d'accusa verso tutte le falsità e distorsioni dei fatti che sono avvenuti, che sono state pubblicate nei due anni trascorsi dal Congresso. E' urgente ristabilire quali furono i reali eventi, partendo da principi rigorosi di disamina da parte di storici e politici, e non da faziosità di partito e pressappochismo nell'opinione pubblica dei vari Paesi europei. Come ovunque nei suoi scritti, Pradt non cela aperta ammirazione per Bonaparte, venata di aperto rimpianto che il suo sogno non si sia realizzato: individua nella disfatta di Russia l'inizio della fine di questo ideale, perchè 'abbattuta la Russia, chi avrebbe osato resistere? . Questo gran disastro (avrebbe creato) un nuovo universo: . un'opposizion formidabile in luogo di quella sommissione nei deboli, e di quel titubare nei forti che restavano.'. Nel testo sono percorse con rammarico crescente le fasi della discesa e della caduta: 'Vedevasi Napoleone con tanto impegno intento a distruggere l'edifizio della sua grandezza, quanto ne aveva posto nell'innalzarlo. Fabbro della sua fortuna, solo poteva distruggerla, e rovinarla egli stesso'. 'Il colosso non è crollato tutto d'un tratto': l'A. non è mai brumoso o esistante, bensì tagliente ed ed acuminato nei suoi giudizi. esamina minuziosamente, sulla base di fatti, dati intesi a livello europeo, le varie tappe della 'catastrofe'. Cammin facendo, lancia i suoi strali contro l'edificio fatiscente della monarchia borbonica, che diede origine a tutto: 'prima di fare il re conveniva rifare la monarchia'. Il volume è corredato, al fondo, di 'Documenti giustificativi'. Nessun esemplare censito nelle biblioteche consultate.