Dettagli
Anno di pubblicazione
1967-1969
Autore
[Quindici] (Direttore Responsabile Alfredo Giuliani, Poi: Nanni Balestrini)
Pagine
numero di pagine variabile, inserti e manifesti a colori e in bianco e nero allegati o inclusi in alcuni fascicoli.
Editori
[Distribuzione: Messaggerie italiane / Feltrinelli],
Formato
in folio; poi, dal numero 13: 42 x 29 cm;
Edizione
Edizione originale.
Soggetto
Poesia Italiana del '900Narrativa Italiana del, '900PoliticaContestazione, 1968 e 1977
Descrizione
giornale autocopertinato,
Descrizione
PERIODICOEdizione originale.Collezione completa di tutto il pubblicato in 19 fascicoli dal giugno 1967 all’agosto 1969. Esemplari normalmente bruniti e con segni del tempo, ma complessivamente in condizioni più che buone/ottime. Presenti tutti i manifesti allegati ai fascicoli, ovvero: “Telegram from Vietnam” – 4 / settembre 1967; “Che Guevara” – 5 / ottobre – novembre 1967; “Rivoluzione d’ottobre” – 6 / novembre – dicembre 1967; “Potere agli studenti” – 7 / gennaio-febbraio 1968 ; “Bandiera Vietcong” – 8 / febbraio – marzo 1968; “Le avventure di Phoebe Zeit-Geist” – 8 / febbraio – marzo 1968; “La battaglia di Valle Giulia” – 9 / marzo-aprile 1968; “Rudi Dutschke” – 10 / aprile – maggio 1968; “La lutte continue” – 11 / giugno 1968; “Literarni Listy del 22 agosto” – 12 / settembre 1968 (pagine interne); “Black Power Messico” – 13 / novembre 1968; “Mario Schifano / Futirismo” – 14 / dicembre 1968; “Il Kitsch” – 14 / dicembre 1968; “Settimana Internazionale di Palermo” – 14 / dicembre 1968; “Manifesto di Mao Tse-Tung” – 15 / gennaio 1969; “Avola Viareggio Roma” – 16 / marzo 1969; “40.000 in lotta alla Fiat” – 18 / luglio 1969; “La Luna dei padroni” – 19 / agosto 1969. Rarissima in questo grado di completezza, specie per la presenza dei bellissimi e ormai iconici manifesti.Inaugurata nel giugno 1967 da contributi di Alfredo Giuliani, Edoardo Sanguineti, Angelo Guglielmi, Antonio Porta, Umberto Eco, Giorgio Manganelli, Elio Pagliarani, Corrado Costa, Furio Colombo e Giorgio Celli, «Quindici» è stata a tutti gli effetti “la” rivista del Gruppo 63, finanziariamente sostenuta per la pubblicazione da Bompiani, Einaudi, Feltrinelli e Caracciolo. Con Alfredo Giuliani nella vesta di direttore responsabile – prima di essere sostituito, a partire dal numero 16 del marzo 1969, da Nanni Balestrini - e il formato in folio ripiegato con la grafica essenziale curata da Giuseppe Trevisani poi variato nel più agile formato 42 x 29 cm, il periodico ha rappresentato un luogo di raccolta e divulgazione dei testi e delle posizioni dei membri del Gruppo, aperto tuttavia anche alle voci critiche nei confronti della neoavanguardia, come dimostra la pubblicazione nel primo numero della traduzione di un contributo polemico di Ghoerghi Breitburd originariamente apparso sulla rivista sovietica «Novi Mir» e in Italia già rilanciato dall’«Unità». Ma ampio e crescente spazio fu riservato anche all’attualità politica, con le lotte – non solo italiane – del movimento studentesco e operaio e le vicende mondiali – dal Vietnam all’America Latina – attentamente seguite: la “battaglia di Valle Giulia”, la renitenza alla leva dei giovani americani chiamati alle armi per combattere in Vietnam, il maggio francese, il diffondersi della teologia della liberazione, la situazione centro e sudamericana sono solo alcune delle vicende che «Quindici» seguì con sempre maggiore interesse, sostenendole e rilanciandole anche attraverso i manifesti allegati o inclusi nei fascicoli (come il “Manifesto a colori sul Vietnam” del numero 4, Che Guevara nel 5, “Black Power Messico” nel 13 o, ancora, il poster “40.000 in lotta alla Fiat” nel 18). Un’attenzione, questa, destinata a segnare il destino della rivista stessa: la decisione di Giuliani di abbandonare la direzione dopo il numero 15 fu infatti motivata dalla convinzione che la linea editoriale fosse ormai dettata dalla volontà di assecondare la galassia politica alternativa e antagonista a discapito di interessi puramente artistico-letterari. Si trattava di una questione fondamentale, che chiamava direttamente in causa il rapporto tra arte e militanza e che si faceva particolarmente spinosa per quell’eterogeneo microcosmo politico e impolitico che era il Gruppo 63. La nuova direzione affidata a Balestrini – ovvero a uno dei più coerenti e radicale nell’affermare la necessaria continuità tra letteratura e militanza – rese del tutto manifesti quei dissidi piuttosto che nasconderli o pacificarli, portando alla chiusura di «Quindici» con il numero 19 dell’agosto 1969. Una chiusura naturale e inevitabile se si considerano appunto le diverse sensibilità che avevano accompagnato la nascita e la vita della rivista – oltre ai nomi già ricordati, altri collaboratori furono membri storici della neoavanguardia come Arbasino, Barilli, Curi, Davico, Filippini, Lombardi -, considerata come l’atto finale dello stesso Gruppo 63.