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Libri antichi e moderni

Costa, Corrado

Pseudobaudelaire

All'insegna del Pesce d'Oro,, 1964

240,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1964
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Costa, Corrado
Pagine
pp. 50.
Collana
Collana «Poesia Novissima / 4», serie «Il Quadrato - Major» a cura di Bruno Munari, 11,
Editori
All'insegna del Pesce d'Oro,
Formato
in 16° quadrato,
Edizione
Prima edizione.
Soggetto
Poesia Italiana del '900 Poesia visiva
Descrizione
brossura editoriale illustrata (collage di Vittorio Cavicchioni),
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione. Esemplare 191 di 500 numerati, in più che buone condizioni (leggere bruniture ai piatti). Prima raccolta poetica ufficiale di Corrado Costa edita da Scheiwiller nel 1964 con tiratura limitata a 500 copie e successivamente ripubblicata nel 1986, sempre da All’insegna del Pesce d’Oro. Piccolo capolavoro neoavanguardista dedicato a Luciano Anceschi, di questo volumetto lo stesso Costa - che, nelle brevi noti biografiche conclusive così si presentava: «Corrado Costa [.] vive a Reggio Emilia, esercitando l’avvocatura e la patafisica» - disse all’interno della bellissima «Lettera all’editore a proposito della seconda edizione di Pseudobaudeilare» che accompagna l’edizione del 1986: «Scrivevo, dunque, poesie per un testo invisibile, per conficcare una spina nella lingua che lo avrebbe parlato. Il linguaggio standard usato appare sempre più come una lingua ignota e l’oggetto “Pseudobaudelaire” è merce d’uso per usi sconosciuti. Non sapevo che i tempi sopraggiungessero così rapidi, da fare rileggere “Pseudobaudelaire” come specchio degli anni immediatamente successivi alla sua stesura [.]. Il mio lavoro di poeta è stato questo: sollecitare, anticipare, precorrere un’improponibile poesia non mia, convincere che “x” nascerà e che giustificherà il mio testo. [.] L’origine della poesia è l’eco, ma, qui e ora, sono l’eco di una bocca chiusa, che non si è ancora pronunciata. Per il poeta non c’è nessuna biografia - a tutela della sua immagine. La società ha fissato una soglia, un limite che serve solo ad entrare e dal quale il poeta vuole solo uscire. Non si vuole spostare la parola oltre il limite del presente. Non si vuole futuro, per dimenticare ciò che volevamo in passato. Così, al contrario del romanzo, non si sviluppa tempo nella poesia. Resta ferma - per questo mi sono opposto alla seconda edizione di “Pseudobaudelaire”» (Costa, 1986). C. Costa, «Pseudobaudelaire. Con una lettera all’editore», All’insegna del Pesce d’Oro, Milano 1986, pp. 46 -47;