Libri antichi e moderni
Valla Giorgio.
Preclarissimi viri Georgij Valle Commentationes. In Ptolomei quadripartitum inque Ciceronis Partitiones & Tusculanas questiones ac plinij naturalis historie librum secundum.
Venezia, Aere Eruditi Marci Firmani in officina Simonis - Bivilaquae, 10 novembre 1502.,
13000,00 €
Mediolanum Libreria Antiquaria
(Milano, Italia)
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Dettagli
Descrizione
Prima edizione postuma di una raccolta di fondamentali interventi del celebre umanista piacentino su testi di astronomia, scienze e filosofia naturale dell’età classica. Il volume è illustrato da immagini cosmografiche e da schemi astrologici di grande impatto, incisi in legno lungo il testo, in parte su fondo nero.
La traduzione latina di un anonimo commentatore del Tetrabiblos tolemaico, presentato come lavoro autonomo del Valla, è di particolare interesse ed è considerato un trattato astrologico a sé stante: "Il commento di Valla al Quadripartitum di Tolomeo è in realtà opera autonoma, di astrologia pura, e di indubbia importanza." (Cantamessa). Seguono i commenti al “De partitiones oratoria”ed alle “Tusculanae disputationes” di Cicerone, in cui l'oratore latino parla degli oracoli e della divinazione. L’ultima parte del volume è occupata dal commento al secondo libro della “Historia Naturalis” di Plinio dedicato all’astronomia. Qui Valla propone un'interpretazione di alcuni luoghi "oscuri" del testo e tratta particolarmente dei movimenti dei pianeti e delle stelle, e delle eclissi, raffigurate nelle belle incisioni xilografiche.
Giorgio Valla (Piacenza 1447 - Venezia 1500), ben noto umanista, fu precettore dei figli di Cicco Simonetta, di Giangiacomo Trivulzio e di Francesco Sforza durante il suo soggiorno a Milano. Travolto dalla caduta dei Trivulzio ed accusato di parteggiare per il Re di Francia Carlo VIII, fu condannato al carcere.
A Venezia aveva costituito una ricchissima biblioteca di manoscritti scientifici, numerosi greci, tra i quali il famoso Archimede. Dalle studio e dalle traduzioni delle opere della scienza antica, in parte da lui possedute in codici antichissimi, era scaturita l’anno precedente (1501) una straordinaria enciclopedia del sapere di impianto umanistico: il “De Expetendis rebus” (1501), la sua opera maggiore, uscita postuma, curata dal figlio adottivo Giovan Pietro Cademosto, cui probabilmente si deve la cura anche di questa raccolta.
Riccardi II 571. Lalande, p. 30. Houzeau-Lancaster 2331. Cantamessa III 8309. Biblioteca Magica 1198. Sander 7462. Adams V-151.