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Libri antichi e moderni

Giuseppe Carità

POLLENZO. Una città romana per una "real villeggiatura" romantica

L'ARTISTICA EDITRICE, 2004

45,00 €

Le Mille e una Carta

(San Germano Chisone, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2004
Pagine
480
Editori
L'ARTISTICA EDITRICE
Curatore
Giuseppe Carità
Soggetto
Storia locale, Piemonte, archeologia, arte
Descrizione
Copertina cartonata rigida con sovraccoperta illustrata a colori.

Descrizione

Formato: 24 x 32 cm circa. Stato di conservazione: Come nuovo (ancora incellophanato). "Il volume, realizzato con il finanziamento ministeriale per la valorizzazione del sito pollentino, con la finalità di informare sui lavori svolti, riunisce studi storici, archeologici, socio-economici e artistici che, attraverso differenti professionalità, consentono di acquisire una ampia varietà di conoscenze su un luogo della storia più che bimillenaria. A partire dalla Pollentia romana, le ricerche, avvalendosi delle nuove estese prospezioni archeologiche su un ampio territorio, propongono più articolati e puntuali riscontri di una serie cospicua di monumenti e ritrovamenti.
Il lavoro di quanti hanno collaborato al volume, ha poi consentito di avviare, per la prima volta in modo organico, l'indagine su due importanti grandi fasi precedentemente non note dalla vita del luogo: le epoche tardo-antica e medievale, e l'epoca rinascimantale.
Oltre alle strutture difensive tardo antiche rinvenute nell'area dell'Agenzia, sono state indagate, con cospicui esiti materiali che hanno consentito nuovi accertamenti fondamentali sulla presenza gota a Pollenzo, le necropoli ed il villaggio madievale.
Il sito di Pollenzo, dopo aspre contese - nei secoli XII-XIII - tra i maggiori comuni del basso Piemonte, che portarono alla sua completa distruzione, diventa sede, nel XIV secolo, sede di contea del patrizio visconteo Antonio Porro, ma trascorsi pochi decenni, vede la sua rocca del 1386 trasformarsi in prestigiosa residenza feudale dei marchesi di Romagnano. Questi, nella seconda metà del Cinquecento, avvieranno un profondo rinnovamento del castello su modelli manieristici, che vanno messi in sistema con le coeve architetture del Saviglianese e del Saluzzese, oltre ad Alba e Casale Monferrato: pochi reperti scultorei e, maggiormente, i documenti, hanno consentito di ricostruire una superba fase storico-artistica destinata ad essere completamente cancellata tra gli anni 1832 e 1847.
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