Libri antichi e moderni
Sbarbaro Camillo.
Pianissimo.
Firenze, Libreria della Voce, 1914., 1914
2000,00 €
Mediolanum Libreria Antiquaria
(Milano, Italia)
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Dettagli
Descrizione
Stampato a spese della sorella Clelia, fu definito dall'autore, un mese prima della morte, "l'unico libro che ho fatto". Il titolo fu scelto da Papini che rifiutò quello di "Sottovoce".
"La sua prima raccolta di versi fu Resine (Genova 1911), seguirono poi le poesie di Pianissimo, Firenze, La voce, 1914, particolarmente apprezzate dagli intellettuali vociani, che si imposero all'attenzione del pubblico e la critica continua a considerare Pianissimo uno dei documenti notevoli del nostro primo Novecento, sul versante antidannunziano e piuttosto rivolto a un modello come Leopardi". (Asor Rosa).
"Nel 1912-13 Sbarbaro lavorò alla stesura di Pianissimo. Nell’aprile del 1914, per la preparazione del volume, si recò per un breve soggiorno a Firenze, dove conobbe Giovanni Papini e Ardengo Soffici. Pianissimo, dedicato a suo padre, fu edito in quello stesso anno dalla Libreria della Voce, accolto favorevolmente da Pietro Pancrazi, Emilio Cecchi e Giovanni Boine.
L’importante novità della poesia sbarbariana è chiara fin dalla lirica posta in apertura del volume, ‘Taci, anima stanca di godere’, in cui il poeta sembra subito dar prova del suo riuscito ‘attraversamento’ di Gabriele D’Annunzio, del quale trova in Guido Gozzano un valido esempio. Sbarbaro decide però di spingersi oltre: abbandonato ogni atteggiamento ironico, sceglie un verso piano e lineare, che tramite il prevalente uso dell’endecasillabo si apre alla prosa e va alla ricerca di una parola sempre più spoglia." (Eleonora Cardinale, in DBI s.v.). Gambetti e Vezzosi (1997), p. 826. Asor Rosa, Dizionario della letteratura italiana del '900, p. 301. DBI s.v.