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Libri antichi e moderni

BELLI, Francesco (1577-1644)

Osservazioni nel viaggio di D. Francesco Belli.

Giovanni Pietro Pinelli, 1632

1200,00 €

Govi Libreria Antiquaria

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1632
Luogo di stampa
Venezia
Autore
BELLI, Francesco (1577-1644)
Editori
Giovanni Pietro Pinelli
Soggetto
seicento
Stato di conservazione
Buono
Legatura
Rilegato
Condizioni
Usato

Descrizione

In 4to (mm. 206x143). Pp. [12], 189, [1], [2 bianche]. Marca tipografica al titolo. Cartonato posteriore con nervi passanti. Firma di appartenenza cassata sul titolo. Esemplare a tratti un po' brunito e fiorito, ma nel complesso fresco e genuino.
RARA PRIMA EDIZIONE dedicata dall'autore a Girolamo Diedo (Venezia, 26 maggio, 1632)."Nel complesso dell'attività del Belli le pagine più vive restano le Osservazioni sul viaggio in Olanda e in Francia (pubblicate a Venezia nel 1632), iniziato nel maggio del '26 da Rotta Sabadina nel Polesine al seguito di Giorgio Zorzi, ambasciatore in Olanda, e conclusosi sulle rive dell'Oceano. Il Belli accenna nel libro ai luoghi più pittoreschi del suo itinerario: Verona, Desenzano, Bergamo, Lecco, Como; con tocchi delicati descrive il lago di Lugano e ricorda singolari incontri con gustosa vivacità , come quello avvenuto prima di arrivare a Bellinzona ("dove non si conoscono ladri, perché le merci stanno dì e notte sopra le pubbliche strade") con due guardie disarmate e un placidissimo malandrino avviato alla galera. La narrazione del Belli, benché quasi sempre contenuta nei limiti della scarna relazione, è piena di osservazioni su interessanti costumi locali; talvolta, con spirito di curioso osservatore, ci svela la sua spiccata sensibilità  barocca, quando, ad esempio, si sofferma sulla fattura "bizzarra" delle case degli Svizzeri (p. 16). In genere, però, le descrizioni del paesaggio sono sommarie e tutto viene ridotto al carattere stereotipo dell' "assai vago", troppo spesso del "gentile" o "delicato", del "grazioso" o dell' "ameno". Più viva invece è la descrizione della perigliosa traversata del San Gottardo innevato (p. 76); ma subito dopo tornano le scarne impressioni sulla visita alle varie città  svizzere, tedesche e olandesi e sul ritorno in Italia attraverso il Moncenisio. Da buon letterato il Belli, appena può, non manca di far sfoggio della propria erudizione classica con citazioni e rimandi a Cesare, Plinio o Tacito. Il Belli alterna la sua relazione con un buon numero di sonetti, ventisei per l'esattezza, condotti con una ingegnosità  tipicamente barocca, e inframmezzati al racconto là  dove le "ricreazioni di vista e d'animo" risvegliano "il talento poetico". Non manca neppure di rompere la monotonia del suo diario riferendo, su "quistioni" piuttosto oziose ("ciò che debba nelle cose visibili l'amante più gradir nell'amata", "se lo stato sia ereditario, o per elezione", "se la donna nello amante deggia amar più l'armi o le lettere", oppure "se il riso nasca da allegrezza o da meraviglia"), proposte quotidianamente alla discussione. Le cose più pregevoli sono da ravvisarsi in certe descrizioni (quasi graziose stampe alla maniera di altre più note delle Lettere del Testi), soprattutto sulle vesti e sul comportamento delle donne straniere, o in certe sottolineature di un tema così tipicamente barocco come quello degli orologi, quando ne incontra sui campanili delle città  tedesche lungo il Reno, o delle città  olandesi" (cfr. Dizionario Biografico degli Italiani, VII, 1970, G.L. Beccaria).Nato nel 1577 ad Arzignano nel Vicentino da nobile famiglia, Francesco Belli trascorse buona parte della sua vita in viaggi. Benché sia incerto se sia veramente andato anche in Oriente, in quanto l'attribuzione al Belli delle Osservazioni nel viaggio in Oriente (Venezia 1622), tentata dall'Amat di San Filippo, rimane dubbia, è invece sicuro che egli percorse gran parte dell'Europa, visitando direttamente la Svizzera, la Germania, l'Olanda e la Francia. Tornato in patria, abbracciò in età  avanzata lo stato ecclesiastico. Morì a Vicenza nel 1644.Membro dell'Accademia Olimpica di Vicenza, dell'Accademia degli Occulti di Brescia e di quella degli Incogniti di Venezia, il Belli scrisse numerosi versi, una tragedia, un romanzo, alcune novelle e vari discorsi d'occasione, per lo più composti nell'ambito dell'Accademia degli Incogniti, di cui fu uno dei membri più noti ed attivi, tanto da esserne nominat
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