Dettagli
Anno di pubblicazione
1492
Editori
(Milano Philippus de Mantegatiis, Cassanus, post 8 Apr. 1492).
Descrizione
In-4°; 8 carte; legatura del '900 in mezza tela, titolo in oro al piatto anteriore. Alla sguardia anteriore segni di appartenenza di due illustri bibliofili: Giuseppe Martini (ex libris a stampa al verso: esemplare n° 15 del suo catalogo "Incunabuli") e Luigi Razzolini, del quale si legge una lunga nota manoscritta al recto: "Questa Orazione di Aurelio Bienato, Vescovo di Martorano nel regno di Napoli, recitata in morte di Lorenzo de' Medici, e stampata nel Secolo XV senza alcuna nota tipografica, è estremamente rara, e da niun bibliografo, per quanto ho veduto, conosciuta: non è stata registrata dal Mazzucchelli negli Scritt. D'Italia, e dubito che l'Aurelio Bienato nostro sia diverso da quello che egli nomina. Vedi Moreni, Bibliografia Storico-Regionata della Toscana, I, p. 125”. Ex libris a stampa al contropiatto anteriore (Sergio Colombi). Assai lieve gora all'angolo bianco superiore esterno. "Orazione "ufficiale" tenuta il 16 aprile 1492 nella chiesa di Santa Maria la Nuova in Napoli nel corso di una cerimonia funebre per Lorenzo de Medici con la quale la corte aragonese voleva sottolineare e confermare i propri legami politici con Firenze. L'umanista milanese Aurelio Bienato, si era trasferito a Napoli forse già nel 1465 al seguito di Ippolita Maria Sforza." (G. Bologna). "Prima edizione di questa orazione fatta in occasione dei funerali celebrati a Napoli per la morte di Lorenzo de' Medici: in essa vengono rammentati parecchi dei più illustri fiorentini, come Filippo Spano, Farinata degli Uberti, Dante, Petrarca, Boccaccio, Paolo dell'Abaco (Dagomari), celebre matematico, il famoso medico Taddeo Fiorentino, Coluccio Salutati, Poggio… e i principali personaggi della famiglia Medici; Cosimo il Vecchio è chiamato 'totius Europae cives'" (Martini). Questo documento costituisce una testimonianza di grande valore di quel contesto storico-culturale-artistico fiorentino e italiano che caratterizza la seconda metà del XV secolo; un contesto assai denso e complesso, di cui il Magnifico fu protagonista assoluto e che, come noto, con la sua morte, sarà destinato a perdere il proprio equilibrio e a modificarsi profondamente. GW 4346. IGI 1722. BMC VI, 784. Martini 56. G. Bologna, Milano e gli Sforza, mostra 1983, p. 115. T. Capialbi, Memorie di Rutilio Zeno e Aurelio Bienato, Gams, Series Episcoporum, p. 895. Mazzucchelli, Scrittori d'Italia II, p. 1211. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime I, p. 101 e III, p. 278.