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Libri antichi e moderni

OLOGRAMMI E STEREOTIPI COLONIALI NELL'OPERA DI HARRIET MARTINEAU - 2006

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9,00 €

AMARCORDLIBRI

(MILANO, Italia)

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OLOGRAMMI E STEREOTIPI COLONIALI NELL'OPERA DI HARRIET MARTINEAU - 2006. , , 7661OLOGRAMMI E STEREOTIPI COLONIALI NELL'OPERA
DI HARRIET MARTINEAU - 2006autore :
Marcella Romeo lingua -
italianoeditore :
TRACCEcollana
: " armorica "edizione -
2006rilegatura -
editoriale illustratacondizioni :
ottime cm. 21 x 15pagine -
273Harriet Martineau (Norwich, 15 settembre 1802 � Ambleside, 27 maggio 1876) è stata una scrittrice, giornalista e filosofa britannica.Nacque a Norwich, in Inghilterra, da una famiglia della media
borghesia industriale, di religione unitariana. Ricevette un'ottima istruzione, ma
la sua adolescenza fu segnata da un problema di sordità, che le creò forti
disagi a livello sociale, per questo dovette servirsi di un cornetto acustico.
Nel 1829 la sua famiglia attraversò un periodo difficile,
segnato da gravi problemi economici, questo portò Harriet a trovarsi un lavoro
come giornalista presso il Monthly Repository, un periodico che accoglieva le
idee riformiste di Beccaria e di Blackstone. Acquisì fama
nel suo paese per l'opera delle Illustrazioni di economia politica, stilata in
una serie di racconti, che fu pubblicata grazie all'ausilio del parlamento. La
politica prese in considerazione le proposte di economia liberale della
Martineau per lo studio di nuove leggi. Fra queste l'approvazione della
Workhouse, dove i poveri abili per il lavoro venivano spostati e allontanati
dalle loro famiglie.Il viaggio in America e il confronto
con TocquevilleIntraprende un viaggio in America di
due anni, per analizzare la politica statunitense. Dal settembre 1834 all'agosto 1836. In questo breve periodo riesce a
visitare le istituzioni politiche, le fabbriche del nord, le piantagioni del
sud, prigioni ed ospizi. A differenza di Tocqueville, la scrittrice inglese fu
una viaggiatrice senza pregiudizi, senza paragonare la società americana a
quella europea. Rimase ammirata dal fatto che gli americani avessero dato il
potere della sovranità alla maggioranza di loro in piena libertà che se da un
lato determinava l'eguaglianza sociale, dall'altro portava ad un conformismo
generale. Su questo punto concordava con Tocqueville che l'egualitarismo poteva
portare ad una tirannia culturale della maggioranza dell'opinione pubblica ma
entrambi consideravano la Democrazia come un processo ineluttabile.Society in AmericaNel 1834, raggiunta l'indipendenza economica
grazie al suo lavoro, decise di partire per gli Stati Uniti d'America, per fare
uno studio sulla democrazia americana. Si interessò delle caratteristiche
della democrazia, evidenziandone le contraddizioni
tra i principi costituzionali e la realtà. In particolare si schierò a favore
dell'abolizione della schiavitù dei neri, arrivado a parlare in pubblico, e si
schierò in favore dell'indipendenza femminile che al nord era più diffusa.
Particolare impressione le fece la fabbrica di Lowell dove lavoravano tremila
operaie, le quali potevano permettersi una vita autonoma e soddisfacente.
Criticò i metodi dell'educazione femminile orientata solo all'insegnamento
religioso e attaccò il fatto che le donne venissero tassate anche se non
votavano e quindi non erano rappresentate come cittadine. Nell'opera difende la
comunione dei beni, nonostante il suo liberismo dichiarato, ritenendo che
l'accumulo di ricchezza equivaleva ad accumulo di potere e in democrazia
nessuno doveva averne troppo. Apprezzo i principi di cooperazione di Owen
individuando comunque che il socialismo era un sintomo di un problema sociale e
non la soluzione. Considerò positivo l'estensione del suffragio universale
maschile e analizzò il sistema bipartitico criticando quei politici di
professione che avevano solo la dote dell'oratoria. per impedire la secessione
del sud e porre fien alla schiavitù appoggiò la guerra civile. La sua opera, di
milleduecento pagine, fu pubblicata al suo ritorno in Inghilterra e fu
paragonata all'opera del magistrato francese Alexis de T