Libri antichi e moderni
Don Mariano (Mario Trifuoggi)
'O CAVALIERE ARTURO ('A CUMPAGNIA D'A TAVULA TONNA) ED ALTRE FANTASIE NAPOLETANE. (PREFAZIONE DI MARIO SCARPETTA)
ALBA, 1985
17,99 €
Studio Maglione Maria Luisa
(Napoli, Italia)
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Dettagli
Descrizione
Ginecologo stimato e amato, musicofilo sensibile e appassionato, prosatore forbito e poeta ispirato in lingua e soprattutto in dialetto napoletano, egli apparteneva alla gloriosa schiera partenopea dei medici scrittori. A Napoli si era trasferito nei lontani anni cinquanta per meglio assolvere i doveri della sua professione, sempre esercitata con competenza, scrupolosità e solidarietà verso i pazienti. E di Napoli era innamorato, pur se dolente per il degrado e per l’incremento della delinquenza: fine cultore della napoletanità, aveva dedicato quasi tutte le sue opere all'incanto del suo panorama, alla singolare sensibilità del suo popolo e alla rievocazione dei suoi costumi e delle sue tradizioni.
Particolarmente saporosa e colorita la sua produzione narrativa: ‘O cavaliere Arturo (con prefazione di Mario Scarpetta, 1995), Racconti napoletani (1994). Pervasa da profonda spiritualità La leggenda del Padre Bernardino francescano (1997), ispirata a una popolare figura di frate vissuto negli anni trenta, il Padre Bernardino Lombardi da Laus domini, già missionario in terre lontane, poi divenuto cieco e ritornato nel Convento di S. Vito, amato per la sua umiltà e seraficità, non mai stanco di testimoniare la fede ed esortare al bene le anime attraverso la predicazione e la confessione, esercitata con saggezza e comprensione tali da rasserenare i suoi penitenti. L’autore ricorda che alcuni concittadini pellegrini a Betlemme raccontarono di averlo visto aggirarsi nei luoghi santi e recarsi presso l’Altare della Natività a celebrare la S. Messa durante la notte di Natale, proprio la notte in cui egli era morto: “un miracolo, dunque, come quello di Sant'Antonio”?
Pregevoli sono anche le varie sillogi poetiche, tra cui: Napule dint’’o core (con prefazione di Francesco Serao, 2000), Raccolta-Pensieri in versi (2004). Opere “conteste di toni struggenti od elegiaci, di bagliori religiosi come di motivi umoristici”, gratificate di lusinghieri apprezzamenti da parte di illustri critici e di famosi artisti napoletani. Ad esse fanno degna corona gli inediti, come I Canti della Sirena Partenope; il romanzo Anelli di fumo; Inno all'amore; Musica amica mia.
L’ultima silloge poetica, in particolare, Memorie e sentimenti di una Napoli che non muore (2006), impreziosita da significative illustrazioni policrome, conferma la fedeltà a una poetica di fragrante colloquialità, venata di amabile saggezza e acuta nostalgia, e animata da un sicuro gusto pittorico (ove ritornano i “colori forti e struggenti della scuola di Posillipo” ravvisati da Stefano de Stefano nella prima silloge) e musicale, amico di misurate morbidezze melodiche. Nelle venti liriche accanto al fascino dell’amore e della musica campeggiano le scene di vita partenopea rivissute con intima adesione alla genuina anima popolare, al dialogo frizzante, all'accomodante amabilità (“Onna Rusì, nun date audienza a iere, / Acqua passata. Dàmmece nu vase”), propensa a dissipare ogni tensione nella gioia del convito (“Tutto fernesce a tarallucci e vino”). Visioni suggestive di paesaggi, solari o lunari, fanno da sfondo al vario atteggiarsi dell’amore, dolente o lieto, nostalgico o condito “da vase azzeccuse e ‘ntennerute”: un racconto saporoso e accattivante, visivo e plastico, in un linguaggio cordiale e immediatamente comunicativo, dall'aggettivazione colorita e sapida, atto a rendere le cangianti sfaccettature dei sentimenti, anche in virtù della fluidità del verso, metricamente impeccabile, che asseconda docile il movimento della fantasia.
Descrizione bibliografica
Titolo: 'O Cavaliere Arturo ('a Cumpagnia d'a Tavula Tonna) ed altre fantasie napoletane
Autore: Don Mariano (pseudonimo del Dottor Mario Trifuoggi, ginecologo)
Prefazione di: Mario Scarpetta
Editore: Napoli: Tipolito Alba, 1985
Lunghezza: 133 pagine; 23 cm
Soggetti: Poesia napoletana, Raccolte poetiche, Poesie, Dialetto napoletano, Teatro, Tradizione, Folklore, Libri rari, Libri Vintage, Oleografia, Filosofia, Vita quotidiana, Personaggi tipici, Cultura napoletana, Partenope, Napoli antica, Vicoli, Centro storico, Politica, Taverne, Trattorie, Mare, Vesuvio, Tarantella, Mergellina, Botteghe, Artigiani, Ommo e mmerda, Pulcinella, Mariuolo, Luoghi comuni, A menesta, Cucina, Modi di dire, Smorfia, Numeri, Filastrocche, Fantasia, Racconti, Scrittori dialettali, Storia locale, Genealogia, Collezionismo, Neapolitan poetry, Poetic collections, Poems, Neapolitan dialect, Theater, Tradition, Rare books, Oleography, Philosophy, Daily life, Typical characters, Neapolitan culture, Ancient Naples, Alleys, Old town, Politics, Taverns, Taverns, Sea, Vesuvius, Shops, Craftsmen, Common places, Cuisine, Idioms, Grimace, Numbers, Nursery rhymes, Fantasy, Tales, Dialect writers, Local history, Genealogy, Collecting
Un vero gioiello, dunque, che rispecchia la felice perizia lirica di Mario Trifuoggi, ”degna dei grandi poeti napoletani”, come la definisce Francesco Serao. Esemplare riesce, al riguardo, il poemetto ‘A nuvena ‘e Natale, di cui proponiamo l’ultimo segmento: Tutto fernesce…(‘A speranza): “Passa ‘a Nuvena. Sta passanno l’anno. / ‘E zampugnare zitte…se ne vanno / mmiez’ a ‘e muntagne, p’aspettà ca vene / ‘o tiempo ‘e cantà ‘a stessa cantilena. / E invece, ‘o munno sano sta a sperà / ca quacche cosa pure adda cagnà…/ e tra botte, sciampagna, abbracce e vase / s’ammuina a sunnà: l’anno ca trase / adda essere meglio ‘e chistu ccà! / E già se parla ‘e tante nuvità… / Se’…Se’…Videlo fatto. ‘E chistu passo / aunnammo sulo ‘e sciopere d’ ‘e tasse, / belli prumesse d’ ‘e politicante / ca t’arregnano sulo ‘a capa…tanta. / Tra na repasssatura e na speranza, / torna Natale, tornano l’ausanze…/ e tornano ‘a zampogna e ‘a ciaramella, / a cuntà comme è nato ‘o Bambeniello: / so’ sempe ‘e stesse note c’ aie sentì / comme na divuzziona c’adda i’! / SONA, ZAMPOGNA, CANTA, CIARAMELLA, / sempe sempe sta cara canzuncella, / ca nce accunpagna ‘a quanno simme nate. / Si, arrassusia, nun ‘a sentimmo cchiù: / ‘o munno, ‘o munno nuosto nun c’è cchiù!