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Libri antichi e moderni

Nova situatione de pagamenti fiscali de carlini 42 a foco delle Provincie del Regno di Napoli & adohi de Baroni e Feudatarij dal primo di Gennaro 1669 avanti.

Longo, 1670

600,00 €

Casella Studio Bibliografico

(Napoli, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1670
Luogo di stampa
Napoli
Autore
Editori
Longo
Curatore
Soggetto
NAPOLI, BASILICATA, MOLISE, BARI, CAPITANATA, OTRANTO
Prefatore
Traduttore
Illustratore
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Rilegato
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Nuovo
Prima edizione
No

Descrizione

In Napoli, nella Regia Stamperia di Egidio Longo, 1670. In 4to; 2cc.n.nn., pp.467, 1n.n. Stemma di Pietro Antonio de Aragona al frontespizio, capilettera silografati. Pergamena coeva, titolo calligrafato al dorso. La numerazione dei fuochi serviva per identificare le varie famiglie del tempo. Era descritto il capofuoco, l'età, lo stato civile, l'attività lavorativa dei vari componenti del fuoco, l'elenco delle proprietà, e il tipo di dote che avevano le donne sposate. Per ogni fuoco era stabilita una tassa e il numero dei fuochi determinava la tassa complessiva che l'Università, l'attuale Comune, riscuoteva e pagava alle finanze del Regno. Il primo ad ordinare che fosse eseguita la numerazione dei fuochi fu Alfonso I d'Aragona nel 1443 e inizialmente fu effettuata con periodicità triennale per poi divenire quindicennale dal 1507 in considerazione delle spese notevoli che comportava; nel Seicento se ne ebbero una nel 1648 e una nel 1669. Sono riportate tutte le terre, le province, i feudi e i loro proprietari, le diocesi, le arcidiocesi. Terra di Lavoro, Principato Citra e Ultra, Capitanata, Basilicata, Terra di Bari, Terra d'Otranto, Calabria, Abruzzo, Contado di Molise. Idamaria Fusco, Il Regno di Napoli nella seconda metà del Seicento: il dibattito sulla numerazione dei fuochi: "Nel Regno di Napoli di Età moderna la numerazione dei fuochi rappresenta la principale fonte in grado di fornire una visione complessiva della realtà demografica meridionale, pur presentando numerosi limiti legati alla sua natura di fonte fiscale. In particolare, lo scoppio di una gravissima epidemia di peste tra il 1656 e il 1658 metterà in crisi l'intero sistema fiscale, basato su una numerazione, quella del 1648, già ampiamente criticata dagli stessi contemporanei. Da qui l'ampio dibattito, finora poco noto, che porterà all'adozione di vari rimedi provvisori e alla pubblicazione finale della successiva numerazione del 1669."