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Libri antichi e moderni

Burroughs, William (Traduzione Di Donatella Manganotti)

Nova Express. Romanzo

Sugar (Tipografia F.lli Ferrari),, 1967

150,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1967
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Burroughs, William (Traduzione Di Donatella Manganotti)
Pagine
pp. 208 [6].
Collana
collana «I giorni», 21,
Editori
Sugar (Tipografia F.lli Ferrari),
Formato
in 8°,
Edizione
Prima edizione italiana.
Soggetto
Narrativa Straniera del '900
Descrizione
tela crema con titoli neri al dorso, sovracoperta illustrata con un ritratto fotografico dell’autore e titoli arancioni al piatto e arancioni e neri al dorso,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione italiana. Ottimo esemplare. Sovracoperta lievemente brunita al dorso e al piatto posteriore, per il resto priva di particolari difetti da segnalare; tela priva di difetti da segnalare; firma di possesso alla prima carta, ritaglio di giornale francese con fotografia dell’autore applicata dal proprietario all’antiporta (copre l’indicazione della collana) e ritaglio con recensione del libro applicata dal proprietario sul retro del frontespizio; carte e tagli per il resto lievemente bruniti. Conserva fascetta editoriale e cartolina editoriale. Terzo capitolo della «Trilogia Nova» di William Burroughs cominciata con «Il pasto nudo» (1959) e proseguita con «La morbida macchina» (1961). «Nova Express» - originariamente pubblicato nel 1964 e proposto in Italia da Sugar, già editore dei due romanzi precedenti, in questa edizione del 1967 sempre con la traduzione di Donatella Manganotti - è la storia di uno scontro universale, di una guerra finale interplanetaria tra i Criminali-invasori Nova desiderosi di conquistare il potere e portare il caos utilizzando qualunque tipo di arma biologica e psicologica e un gruppo di resistenti - l’ispettore della Polizia Nova J. Lee e improbabili partigiani - decisi a fermare il terribile piano. Una storia delirante e apocalittica in cui il genio tossico e psicotico di Burroughs si manifesta in tutta la sua potenza e il gioco linguistico si fa, ancor più che nei due capitoli precedenti, serissima impresa sovversiva contro il linguaggio convenzionale come agente infettante utilizzato per controllare le menti assopite degli individui, benché impossibile sia la salvezza assoluta. Come scritto nelle battute quasi iniziali del libro, infatti: «Parlare è mentire -- Vivere è collaborare».
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