Dettagli
Anno di pubblicazione
2014
Soggetto
Biblioteca di cultura europea
Descrizione
A conclusione della sua Gedenkschrift su Rudolf Pfeiffer J. Latacz rammenta l’indole mite e pacata del filologo di Augusta: egli non fu né una personalità turbolenta e combattiva come Wilamowitz né uno spirito ipersensibile come K. Reinhardt, ma piuttosto uno di quegli àndres agatòi che incarnano nell’accezione greca del termine la giusta misura e costituiscono i veri e propri custodi e garanti della philologia perennis. In questo senso si comprende il suo ricorso ad Erasmo, nume tutelare, guida spirituale e antidoto perenne alla barbarie di ieri, di oggi e di domani. È lui il simbolo di una filologia concepita come un sinolo di sentimento religioso, umanesimo e scienza critica che permane attraverso un «untergründig fließende Strom der kulturellen Einheit europäischer Geschichte», di cui Pfeiffer è storicamente consapevole, che va dall’età di Callimaco, il primo Kulturbewahrer, al circolo degli Scipioni, poi fino alla Spätantike ed al Medioevo cristiano, quindi al Rinascimento e di lì al mondo moderno e contemporaneo. Nel segno di Erasmo è un contributo che, partendo da una antologia di testi dello studioso bavarese – presentati per la prima volta in traduzione italiana in appendice – intende mostrare la vitalità dello spirito erasmiano nella storia di quell’ideale umanistico iniziato nell’ellenismo, rinnovato nel Rinascimento e pur sempre vivo nella cultura moderna. Nel contempo esso è un omaggio ad un grande studioso, «il più umanista il più rinascimentale» del XX secolo, secondo Pasquali, il più grande grecista della mittlere Generation dei filologi tedeschi, a detta di E. Schwartz, ma soprattutto, nelle alterne e dolorose vicende personali, un rappresentante di spicco di quella Respublica litterarum europea e cosmopolita che proprio il suo Erasmo aveva contribuito a fondare. Eduardo Simeone, docente di ruolo di greco e latino presso il Liceo A. Pansini di Napoli, dottore di ricerca in Filologia Classica presso l’Università Federico II di Napoli, ha pubblicato l’articolo “Pascoli traduttore dal greco” apparso su “Atene e Roma” (A. 2011, N. s.s., V fasc. 3-4, pp. 264-275), tratto dalla sua tesi di dottorato “Teoria e pratica del tradurre nei traduttori dei lirici greci da G. Pascoli a S. Quasimodo”; il volume Wilamowitz-Moellendorff U., L’arte del tradurre (introduzione, traduzione e commento), Napoli 2012. Sempre su “Atene e Roma” ha curato numerose recensioni. Si interessa in prevalenza della Übersetzungstheorie e del Fortleben del Classico, della storia del pensiero greco, di storia degli studi classici, di storia delle religioni.