Dettagli
Anno di pubblicazione
1924
Soggetto
Arte del '900 - Xilografia - Pascoliana
Descrizione
Foglio di cm 31,5 x 20 circa; l'immagine è stampata in inchiostro verde (cm 8 x 11,5). Prova di stampa della xilografia che andrà alla p. 101 del Quaderno 87-90 de L'Eroica, dedicato interamente a Giovanni Pascoli; al verso la fine di una poesia di Domenico Ricci; nell'angolo in basso a destra timbro 'L'Eroica Milano' e firma del direttore della rivista, Ettore Cozzani. Ottimo stato di conservazione. Romeo MUSA (1882 - 1960) fu pittore, xilografo e scrittore. Studiò a Parma, allievo di Cecrope Barilli, e a Firenze, discepolo di Adolfo De Carolis. Dopo aver combatturo nella Prima Guerra Mondiale, nel 1924 venne trasferito all’Istituto magistrale di Campobasso, dove insegnò fino al 1933. Cominciò allora il periodo di intensa attività artistica, con la produzione di xilografie che illustrano la vita delle campagne molisane. Nel 1933 venne trasferito all’Istituto Magistrale Gaetana Agnesi di Milano. In quel periodo si dedicò particolarmente alla xilografia, anche illustrando libri e racconti per ragazzi. Con lo pseudonimo Musmeo o Musa da Calice celebrò con bonaria arguzia le gesta di Disolla e Tognu con poesie in dialetto valtarese, sempre illustrate con xilografie. Negli anni 1938-1945 affrescò alcune chiese: Codogno di Albareto, Bedonia, Allegrezze, Borgo val di Taro. Trattò ogni sorta di pittura: a olio, all’acquerello, a fresco, ed eseguì anche acqueforti e miniature. Ottenne la medaglia d’argento alla Mostra d’Arte Sacra de L’Aquila, altra del Ministero della Pubblica Istruzione alla I Mostra d’Arte molisana e la medaglia d’oro dal Circolo Artistico di Campobasso. Fu vice presidente degli Incisori d’Italia e partecipò a tutte le loro mostre. La matrice culturale del Musa affonda le radici nell’ambiente fiorentino, alla scuola di Adolfo Carolis, docente all’Accademia di Firenze. A contatto col fertile illustratore di gran parte della produzione letteraria di d’Annunzio, il Musa trasse dal maestro marchigiano illuminati insegnamenti. Si accostò all’inizio della sua attività allo spirito dei preraffaelliti, approdando in seguito allo studio profondo dell’opera michelangiolesca. Strettamente vincolato a una propria concezione romantico-letteraria dell’arte, ligio alla tradizione e ai canoni accademici, decisamente sensibile ai fermenti liberty, abilissimo disegnatore, si trovò, per naturale vocazione, nelle condizioni ideali per preparare ai difficili cimenti dell’incisione le nuove leve dei futuri artisti del Novecento. (da valcenostoria.it)