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Libri antichi e moderni

Autore: Arturo Bascetta, Contributo Di: Sabato Cuttrera

Marie d'Enghien dei Brienne de Luxembourg. Maria d'Engenio di Oria, Lecce e Taranto

ABEdizioni 2014,

24,00 €

Medievale Libreria

(Pavia, Italia)

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Dettagli

ISBN
9788898817306
Autore
Autore: Arturo Bascetta, Contributo Di: Sabato Cuttrera
Editori
ABEdizioni 2014
Soggetto
Storia-Personaggi

Descrizione

112 pagine. Brossura. cm 17 x 24 x 0,8. gr 260. Collana: Le Regine di Napoli. Quarta di copertina: La famiglia appartenne alla Maison de France, ma le sue origini affondano nella casata normanna dei Brienne del Lussemburgo titolari di contee possedute a tandem, fra il Belgio e la Puglia, specie sotto Giovanna I. Ma lei nacque a Lecce, se non a Gubbio, e seguì il padre Giovanni nella conquista dei Durazzo d'Ungheria contro il ramo d'Angiò. La dote che amministrò fu immensa e le pervenne per parte di madre, Sancha del Balzo detta Sancia, imparentata coi Duchi d'Andria, ribelli alla Regina, e passati nell'antiregno dei Catalani di Sicilia di Sicilia con vicaria a Matera, forti dei possedimenti, dal Principato di Taranto alla Baronia di Flumeri. Da qui l'apparentamento con Raimondo del Balzo, che però morì, e poi con Raimondo Orsini, detto Raimondello, erede delle due casate, fusesi in quel di Lecce, vicaria di Partenope, il nuovo Regno di Heapoli fatto risorgere da Re Ladislao e dal Papa col vessillo dei Crociati di S.Stefano partiti dalla Costiera Amalfitana tutti contro di lei. Maria fu Contessa di Castro e di Lecce, amministrò Terre e fu Vicaria, poi divenne Principessa di Taranto e si comportò come un cavaliere nella difesa del patrimonio appartenuto ai defunti mariti. Quando restò sola, coi figli piccoli, non ebbe più scampo e scelse di impalmare Re Ladislao Durazzo, dirottando su Napoli la provincia che era di Partenope, il Regno dell'Acquola di Puglia, poi divenuto Ducato di Calabria nella sede di 'Barulo'. Maria si comportò da vera Principessa e meritò di essere Regina. Anche quando il giovane sovrano salernitano, donnaiolo e sanguinario, non mancò di tenerla chiusa prigioniera a Castel del 'Vove' di Hea. Ma fu lei a volerlo, per salvare il piccolo Principe figlio di due padri, Giannantonio Orsini dei Del Balzo, finendo tutti rinchiusi fino alla liberazione, alla restituzione delle Terre da parte di Giovanna II, e alla morte, che avvenne in quel di Lecce, dove la storia era cominciata. È qui, in questa antica cattedrale, che risuonano ancora le parole della sua resa a Re Ladislao dopo mesi di assedio: 'Scelgo il trono, anche se muoio; tanto se moro, moro da Regina!."