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Libri antichi e moderni

Malebolge [Spatola, Adriano]

Malebolge. Rivista di letteratura (Numeri 1 e 2; Quaderni 3 / 4 e 1)

Mursia (poi, dal 1966: All’insegna del Pesce d’Oro),, 1964-1967

800,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1964-1967
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Malebolge [Spatola, Adriano]
Pagine
circa 60 - 80 pagine a fascicolo.
Editori
Mursia (poi, dal 1966: All’insegna del Pesce d’Oro),
Formato
in 8°,
Edizione
Edizione originale.
Soggetto
Poesia Italiana del '900 Poesia visiva
Descrizione
brossure bianche con titoli neri e fori sovrapposti a cartoncini di colore diverso per ogni numero, dorso muto,
Prima edizione

Descrizione

PERIODICO Edizione originale. Tutto il pubblicato della rivista «Malebolge», estremamente rara in questo grado di completezza. Ottimi esemplari, freschi e puliti all’interno (”Quaderno numero 1” 1967 con copertina brunita). “Quaderno 3/4” (in edizione Scheiwiller numerata: nostro esemplare numero 365 di 1200) completo della rara fascetta “Gruppo 63 - Convegno di La Spezia Lavori in corso”. Il nome dell’ottavo cerchio dell’Inferno dantesco al servizio della rivista nata in un’osteria di Roteglia di Castellarano - Reggio Emilia - per dare spazio e respiro a orizzonti poetici divisi tra ritorni surrealisti e accelerazioni neoavanguardiste. Adriano Spatola, Giorgio Celli, Corrado Costa, Paolo Carta, Ennio Scolari, Vincenzo Accame, Antonio Porta e Giovanni Anceschi furono i protagonisti di un’avventura nata nel 1964 su impulso del fermento creato dal Convegno palermitano eppure fin da subito parzialmente eretica rispetto alle linee del Gruppo 63. Un’avventura “parasurrealista” nel senso che Celli avrebbe così riassunto nel 2011 per spiegare quale spirito creò «Malebolge. Rivista di letteratura»: «Il punto era come proporre alla nostra comunità letteraria una rivisitazione accelerata del surrealismo che non risultasse una esibizione di fossili, o una operazione da epigoni degli epigoni. Nell’impossibilità di essere surrealisti, avevamo operato per il parasurrealismo, e quella sera, tra vino e tigelle, ci confrontammo, e decidemmo il da farsi. Detto in soldoni: decretammo che il parasurrealismo sarebbe stato una sorta di manierismo del surrealismo, un surrealismo freddo, alla seconda potenza, rivisitato soprattutto nelle sue tecniche, con un uso intenzionale e retorico della scrittura automatica, e della psicoanalisi. Trattando insomma l’inconscio come una metafora, in accordo, lo capimmo più tardi, con un certo Lacan e con la sua scuola. Ma di Lacan, allora, nessuno di noi sapeva nulla». Invisa a Sanguineti e non considerata dal teorico della neoavanguardia Eco, la rivista uscì per la prima volta nel marzo del 1964 con la caratteristica copertina bianca - curata da Giovanni Anceschi - con titoli neri con uno o più fori (rotondi per i primi 3 numeri, quadrato per l’ultimo) sovrapposti a un cartoncino colorato e la distribuzione affidata alla casa editrice Mursia, poi sostituita nei 2 numeri finali da Vanni Scheiwiller con edizioni numerate limitate a 1200 esemplari. Suddiviso in 2 sezioni – “Testi” e “Pretesti” –, il fascicolo inaugurale vedeva versi e saggi di Antonio Porta, Paolo Carta, Adriano Spatola, Alberto Gozzi, Corrado Costa, Alfredo Giuliani, Ennio Scolari, Luciano Berio, Fausto Curi, Giorgio Celli, Paolo Bagni mentre il secondo numero – pubblicato alla fine del 1964 – riservava spazio in appendice alle trascrizioni degli interventi di Enrico Filippini, Alfredo Giuliani, François Whal, Marc Slonim, Angelo Guglielmini, Edoardo Sanguineti e Umberto Eco alla riunione di Reggio Emilia del Gruppo 63. Nel 1965 «Malebolge» interruppe le pubblicazioni per poi tornare, nell’autunno del 1966, con il fascicolo doppio chiamato “quaderno 3 / 4” – che riportava, tra i molti contributi, frammenti di «Il tautofano» di Giuliani e una cronaca, curata da Andrea Fidora, del convegno spezzino del Gruppo 63 – seguito, nella primavera del 1967, dal corposo “quaderno 1”, contraddistinto da un formato quadrato leggermente più grande e aperto da «Perimetri» di Nanni Balestrini. Considerando anche il numero speciale completamente dedicato a «Surrealismo e parasurrealismo» ospitato nel numero 26 di Marcatrè del 1966, l’esperienza di «Malebolge» si fermò dopo 5 uscite mentre nuove avventure editoriali, a partire da «I Quindici», prendevano forma. Eppure, nonostante la sua breve esistenza, la rivista rappresentò un luogo di incontro e di passaggio fondamentale per i più importanti attori dell’eccentrica stagione della sperimentazione poetica e artistica italiana. Bibl.: G. Celli, “Postfazione”, in E. Gazzola, «Malebolge. L’altra rivista delle avanguardie», Diabasis, Parma 2011;
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