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Libri antichi e moderni

Martini, Alberto [Shakespeare, William]

Macbeth - Lady Macbeth - Atto V

1910

20000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1910
Autore
Martini, Alberto [Shakespeare, William]
Pagine
cartoncino bianco-beige con filigrana tedesca Schoellers Hammer Marke.
Formato
360 x 255 mm,
Soggetto
Disegni originali

Descrizione

EPHEMERA China su cartoncino, firmata in basso a destra entro cartiglio. Perimetrale fioritura che non intacca il disegno, per il resto in ottimo stato (leggere annotazioni a penna e tracce di nastro adesivo al lato posteriore). Ex libris dell’artista al verso con iscrizione oraziana («Ridentem dicere verum quid vetat?). Ispirato al delirio di Lady Macbeth nel quinto atto della tragedia shakespeariana, questo straordinario disegno a china realizzato da Martini nel 1910 ferma il disperato tentativo della regina di togliere dalle proprie mani il sangue versato per soddisfare il proprio desiderio di potere. Macchia che non può essere pulita, in questa tavola originale Martini usa la penna con la consueta, chirurgica precisione potentemente espressiva, lasciando che il fuoco di una candela illumini il viso e si rifletta negli occhi ormai invasi dalla follia di Lady Macbeth, mentre il dorso della mano — rischiarata solo al palmo per rivelare indelebili colpe che solo lei può vedere e sentire («Ancora puzzo di sangue», dirà infatti) — è presentato all’osservatore avvolta dallo stesso buio che preme contro questa figura femminile ormai dannata. -- Firmata al lato inferiore destro del disegno e titolata in basso al centro «Macbeth – Lady Macbeth – Atto V», la tavola appartiene al ciclo di sei disegni a penna di china (più cinque studi preparatori eseguiti a matita) dedicati alla celebre “tragedia scozzese”. Avviata nel 1909 e probabilmente conclusa nel 1911 — con possibili interventi ancora nel 1914 — la serie è coeva ai lavori di Martini ispirati all’«Amleto» e ai notissimi disegni legati a Edgar Allan Poe. Esposte insieme a quest’ultimi nel marzo 1914 nella sede londinese della parigina galleria Goupil — all’interno di una mostra fortemente voluta dall’editore William Heinemann, grande estimatore di Martini fin dal 1907 — le chine shakespeariane rivelano la profonda consonanza tra l’animo inquieto dell’artista di Oderzo e gli affondi del Bardo nelle zone più oscure dei desideri, degli appetiti e delle paure umane. Zone sospese tra realtà e sogno, in cui scema la distanza tra vivi e morti e la volontà cade sotto i colpi del destino o di oscure premonizioni trascritte da Martini grazie alla maestria della sua penna «che è bisturi dell’arte», «strumento acuto e difficile come il violino». Come scrisse infatti di sé ripensando proprio a quegli anni di intensa attività: «Lavoravo con le più sottili penne del mondo “Made in England”, su carta piccolo cavallo, che facevo arrivare dalla Germania e che oggi non si trova più, e con l’inchiostro di Cina che veniva dal Giappone […]. La mia penna è, a seconda dei casi, forte come un bulino e leggera come una piuma […]. I passaggi dal bianco al nero, la modellazione delle carni, dei veli, dei velluti, dei capelli, dell’acqua, delle nubi, della luce e del fuoco l’ottenevo con una finissima tessitura di tratti, che elaboravo con la penna riversata, poi punteggiando ed infine ritoccando con la punta d’acciaio. […] Con tale tecnica passionale composi i disegni per Poe, Shakespeare, Mallarmé, li erotici ed altri» («Vita d’artista», citazione riportata in M. Lorandi, «Disciplina e Trasfigurazione. Alberto Martini e il Teatro», Selis 1992, p. 147). Bibliografia selettiva: Lorandi, Alberto Martini (Milano 1985), n. 176 p. 175 (ill.), con bibliografia precedente; Scaraffia, «Alberto Martini l’arte eclettica del vero dandy in bianco e nero», «Il Messaggero» 22 marzo 2017 p. 58 (ill.); Morelli, «Il Blake italiano che ispirò Hitchcock», «Il Giornale dell’arte» 11 maggio 2021 (ill.). -- Esposizioni: Salon de l’Estampe, Bruxelles 1910; Goupil & Co., London 1914; Galleria Pesaro, Milano 1919; VII Quadriennale, Roma 1955-1956; Palazzo Saccomanni, Oderzo 1967; Palazzo della Permanente, Milano 1985-1986; Galleria del Laocoonte, Roma 2017; Galleria W. Apolloni, Roma 2021.

Edizione: china su cartoncino, firmata in basso a destra entro cartiglio.
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