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Libri antichi e moderni

Campigli, Massimo (Pseudonimo Di Max Ihlenfeldt)

Lunga lettera autografa firmata (con alcuni schizzi di mano di Campigli) inviata a Raffaele Carrieri

1950

3200,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1950
Autore
Campigli, Massimo (Pseudonimo Di Max Ihlenfeldt)
Pagine
7 carte scritte al recto. Manoscritto a inchiostro blu chiaro. Alcuni schizzi con figure femminili compilati a matita grigia al recto della prima carta. Carte numerate in alto a sinistra dall'autore.
Formato
295x210 mm.
Soggetto
Lettere e cartoline Disegni originali

Descrizione

AUTOGRAFO Interessante missiva nella quale Campigli descrive il "mondo della sua pittura": "è il risultato della fusione o confusione di due "preistorici": quella nostra comune e quella mia particolare cioè la mia infanzia, un miscuglio di Creta e Seurat [Georges] […]. Su questo mio aspetto fin de siècle non hai mai insistito, eppure merita considerazione e spazio. […] Nel mio caso spiegare da dove sorgono (?) le donne a clessidra, se da una influenza artistica culturale o da un impulso profondo. Non basta conoscere l'arte arcaica e aver visto nell'infanzia le donne strette nei busti. Se tu osservi […] gli atteggiamenti delle mie donnine per le quali lo star sedute o tenere qualcosa in mano o sorridere è lo scopo di una vita, non solo ti apparirà l'idolo antico ma anche la nostra prossima parente, la donna della passata generazione, e nella mia ostinazione a risolvere il problema della rappresentazione della donna con un geroglifico ti apparirà la mentalità del bambino un po' speciale che io fui. […] Fin oltre 10 anni credetti che la sola differenza indelebile tra l'uomo e la donna consisteva nelle orecchie forate o no. [… Avevo sotto gli occhi donne vestitissime dai contorni artificiali […] si misuravano il vitino e nei discorsi deformavano tutto secondo le formule di una civiltà sbagliata […]. La povertà della mia tavolozza è voluta. Bianco e nero terre rosse e gialle e brune e un po' di terra verde marrone e di blu cobalto […]. Io credo ormai che il quadro agisca sullo spettatore da una parte, sì, coi suoi elementi decorativi, ma dall'altra in modo non meno necessario attraverso un "non so che" di tenuissimo dove il subcosciente dell'autore parla al subcosciente dello spettatore […]".