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Libri antichi e moderni

Sartorio Giulio Aristide

Lotta regale,

S. data (ma 1900),

1200,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Luogo di stampa
S. luogo,
Autore
Sartorio Giulio Aristide
Editori
S. data (ma 1900)
Soggetto
ARTE LIBERTY PRERAFFAELLITI DEDICA AUTOGRAFA ROMA INCISIONI, STORIA DELL'ARTE
Lingue
Italiano

Descrizione

In folio; 38,6x28,2 cm. Firma a stampa in controparte (come in tutti gli esemplari) a stampa nel lato destro. Firma autografa a matita di Sartorio sempre sul lato destro e dedica autografa dello stesso artista all’amico, noto artista, traduttore e fra i più importanti restauratori del primo novecento, direttore del Regio Gabinetto di Restauro presso la Soprintendenza alle Gellerie del Lazio dal 1924 e dal 1926 direttore emerito dei restauri delle collezioni del Comune di Roma, Tito Venturini Papari (1864 - 1944, noto per essere stato uno dei primi a chiedere di istituire, fina dal 1901, una cattedra di restauro nelle scuole d’arte italiane e anche per un’aspra polemica con gli Accademici di San Luca quando questi chiese, primo restauratore, di essere ammesso fra gli accademici proprio in quanto maestro della sua arte, cosa che riuscì per la prima volta negli anni 60’ del novecento a Pico Cellini) e a alla moglie di lui Ginevra Lea Cecconi della famiglia dei Cecconi Principi , in occasione del loro matrimonio. Autore poliedrico e dal grande impatto visivo, Sartorio, all’inizio del Novecento, pensò e realizzò una serie di incisioni (tre in tutto) dedicate alle lotte degli animali, serie che avrebbe fortemente influenzato l’immaginario collettivo del novecento. Una di queste tre incisioni è proprio quella qui rappresentata, dal titolo “Lotta regale” nella quale si rappresenta la lotta fra una tigre ed un elefante. Le due fiere sono ambientate nella savana, nelle immediate vicinanze di uno specchio d’acqua per il controllo del quale, gli animali, probabilmente si battano. Il gioco dei chiaro-scuri rende la scena estremamente viva, ma quasi cristallizzata nel tempo dando l’idea che la tigre non si potrà mai liberare dal peso dell’elefante. Giulio Aristide Sartorio (Roma, 11 febbraio 1860 – Roma, 3 ottobre 1932), personalità poliedrica, fu celebre pittore, incisore, scultore, scrittore e regista cinematografico, alla continua ricerca di nuove forme espressive. Probabile autodidatta, poco si sa della sua formazione artistica giovanile. Quello che si sa è che sicuramente fu introdotto all’arte dal padre e dal nonno, discreti pittori e che iniziò ad ottenere un discreto successo economico, copiando affreschi, mosaici, quadri e statue delle basiliche e dei musei romani (firmandole fra l’latro con i nomi degli artisti e omettendo il suo) ed arrivando ad aprire una sua bottega in Via Borgogna a Roma, a soli 19 anni. Mentre porta avanti la sua attività economica di bottega, nel tempo libero, Sartorio si reca nelle campagne romane alla ricerca di spunti dal vivo che inizia a mettere su tela in uno stile verista ispirato dall’opera di Michetti e Palizzi. Nel 1882 presenta all’Esposizione di Roma uno delle sue produzioni originali, il quadro “Malaria” che ottiene notevole successo. Da questo momento in poi i suoi successi si susseguono senza sosta. Entra in contatto con il mondo letterario stringendo amicizia con Carducci ,Eduardo Scarfoglio e Gabriele D’Annunzio per il quale realizza, nel 1886, le illustrazioni per il romanzo Isotta Guttadauro che sancisce, anche, la sua adesione all’estetica preraffaellita di William Holman Hunt, John Everett Millais e Ford Madox Brown, ma rielaborandola, verso una visione sempre più fantastica. Nel 1889, il suo quadro I Figli di Caino, vince la Medaglia d’Oro all’Esposizione Nazionale di Parigi. Sul finire del secolo e dopo un viaggio in Inghilterra si reca in Germania dove dal 1895 al 1899, detiene la cattedra di professore presso l’Accademia di Weimar, dove conosce, anche, Nietzsche ed i simbolisti tedesche, sancendo definitivamente, il su avvicinamento al Liberty. La stampa che qui presentiamo, venne realizzata, al suo rientro in Italia dalla Germania, ancora sotto la fascinazione del nuovo gusto artistico che stava prendendo piede nel nord Europa. Prima rara edizione, con dedica autografa ad illustre personaggio.
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