Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Libri antichi e moderni

Valeria Marzocco

LO STATO COME POSSIBILITÀ DI GIUSTIZIA. UN PERCORSO DI RILETTURA DELLA FILOSOFIA DI EMMANUEL LÉVINAS

MASSA, 2005

12,60 € 14,00 €

Studio Maglione Maria Luisa

(Napoli, Italia)

Parla con il Libraio

Metodi di Pagamento

Dettagli

Anno di pubblicazione
2005
ISBN
9788887835656
Luogo di stampa
NAPOLI
Autore
Valeria Marzocco
Volumi
1
Collana
Volume 2 di Studi di Filosofia, Diritto e Politica
Editori
MASSA
Formato
23 cm
Soggetto
Filosofia politica, Saggistica, Emmanuel Lévinas, Stato, Giustizia, Essere, Fenomenologia, Tempo, Ontologia, Altro, Metafisica, Diritti umani, Etica
Descrizione
BROSSURA
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Come nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Prima edizione

Descrizione

DISPONIBILITÀ GARANTITA AL 99%; SPEDIZIONE ENTRO 12 ORE DALL'ORDINE. RIMANENZA DI MAGAZZINO PARI AL NUOVO.

L’opera di Emmanuel Lévinas ha in sé tracce, ispirazioni, implicazioni, in grado di orientare ad un percorso ‘sconosciuto’ chi scelga di avvicinarsi ad essa. È opportuno richiamare almeno tre ‘campi’ che, per la loro autonoma rilevanza tentano l’interprete di Lévinas, disponendolo, e confortandolo, quanto alla concreta possibilità di un’analisi ‘per parti’ del suo pensiero. Innanzitutto, la fenomenologia husserliana, fenomenologia di cui Lévinas è stato precoce interprete e divulgatore nella Francia che sarebbe stata, poi, di Sartre, e più tardi, di Derrida e di Ricoeur; ma anche, Lévinas e Martin Heidegger, provocazione e ispirazione costante per l’allontanamento da quelle categorie e matrici ontologiche di cui Heidegger, ad avviso di Lévinas, era l’ultimo custode. E, ancora, Lévinas pensatore ebraico, a suo modo, lungo l’itinerario di assimilazione ed estraneità permanente che avevano già segnato, per il Novecento, prima di Lévinas, Martin Buber e Franz Rosenzweig: ebraismo nella carica destrutturante delle categorie, ebraismo che, in Lévinas, come in Buber e in Rosenzweig, è antagonismo ‘laico’, forte della lezione del Talmud, la parola e la sua capacità di significare inesausta. Questo lavoro prende il suo avvio muovendo da almeno due di questi nuclei ‘forti’ della riflessione lévinasiana: la fenomenologia, Husserl e Heidegger mai tra loro disgiunti, e l’ebraismo esigente, chiamato da Lévinas a rendere, anche linguisticamente, una estraneità, una non-riducibilità che rivolta su se stessa la pretesa egoica – idealistica – della conoscenza. Queste matrici non riescono tuttavia ad esaurire il pensiero di Lévinas, rivelando, al contrario la inesaustività di ogni approccio che speri di domare, e tenere la sua riflessione entro domini dai confini definiti. La desautorazione della sovranità moderna del soggetto – soggetto che è, prima e più ancora dell’Altro, la categoria concettuale chiave della riflessione lévinasiana – lascia emergere, con forza esponenzialmente maggiore, una sorta di piano ‘in controluce’ del suo filosofare, piano che del soggetto veicola la deposizione, proiettandone l’esposizione, e la passività, lungo assi che riconvocano e riassettano il rigore fenomenologico, l’itinerario lento, e mai a margine, del suo confronto con Heidegger, con il capovolgimento, la messa fuori uso, delle categorie del pensiero occidentale. Questo lavoro, seguendo Lévinas – e passando attraverso gli interrogativi ed i dubbi che questa scelta, inevitabilmente, ha portato con sé – ha provato a non usare violenza a Lévinas. La scelta è stata questa: a ciascun piano la sua rilevanza, nella consapevolezza che ognuno di essi ha dinanzi a sé un livello preziosissimo che si è mostrato, ogni volta, di convergenza ed al contempo di apertura. È nell'appagamento assai breve di una dimensione etica guadagnata, e chiamata poi ad essere ‘filosofia prima’, che la soggettività lévinasiana, rivoltata e rifondata, dalla libertà alla responsabilità, si fa vedere come l’autentico fuoco attivo della sua riflessione. L’esposizione e la sostituzione soggettive, nel senso della responsabilità, scavano fino alle sue ultime, infruttuose, potenzialità, la capacità di risposta del soggetto della Modernità. Un soggetto che arranca, che è vittima miserevole di quello stesso vettore etico grazie al quale si era ritrovato: il senza-limiti della responsabilità rivela la sua crudeltà irremissibile, la sua matrice, ultima, di violenza. La filosofia di Lévinas non è affatto pacificatrice, per nulla confortante. È stato questo, forse, l’inatteso risultato, destabilizzante e prezioso, di questo lavoro. Giustizia per il soggetto, limite di ragione – una ragione che torna, dopo esser stata denudata da Lévinas della sua virtù di generalizzazione, strumento astrattamente ordinante, che riduce e fa anonima ogni singolarità – che intervenga a fermare il flusso crudele della responsabilità. Dall'etica, ma secondo l’etica, alle istituzioni, allo Stato. L’ultima sezione di questa ricerca si è ritrovata dinanzi così le ragioni autentiche ed altre di una possibile legittimità dello Stato; la sua forza, come forza fondata nella misura della Giustizia, ma anche la sua costitutiva non autoreferenzialità, nella necessità di esser costantemente corretta, riassestata negli equilibri che la tengono assieme, dal rapporto di alterità. È l’aver fondato, prima della politica, il rapporto con l’Altro, che conduce Lévinas ad un esito inatteso: ad essere svelata è la matrice paradossale e anfibia, Amore e Giustizia, Autre e Autrui, della relazione di alterità, una matrice che obbliga all'imperativo del genere, lo Stato, alla relazione da correggere nella sua realtà senza-confini, aperta, socialità-con-altri. Una necessità, un ordine da instaurare, lo Stato, e con esso il diritto, non già sulle ceneri di una inesaustività, quella dell’Etica, ma in una assunzione d’origine, di fondamento, di legittimità materiale.

Descrizione bibliografica
Titolo: Lo Stato come possibilità di giustizia: un percorso di rilettura della filosofia di Emmanuel Lévinas
Autore: Valeria Marzocco
Editore: Napoli: Massa, 2005
Lunghezza: 206 pagine; 22 cm
ISBN: 8887835659, 9788887835656
Collana: Volume 2 di Studi di Filosofia, Diritto e Politica
Soggetti: Filosofia politica Contemporanea, Monografia, Saggistica, La notion de "subjectivité" dans la phéménologie d'Emmanuel Lévinas, Revue philosophieque de Louvain, Emmanuel Lévinas, Stato, Giustizia, Essere, Edmund Husserl, Heidegger, Fenomenologia, Sein und Zeit, Tempo, Volti, Ontologia, Altro, Annunciarsi, Intransitività, Esistenza, Metafisica, Io, Totalità, Medesimo, Solitudine, Società, Alterità, Libertà, Veglia, Responsabilità, Soggettività, Linguaggio, Comunicazione, l'Altrimenti, Terzo Uomo, Diritti umani, Ospitalità, Ambiguità, Etica, Legittimità, Ebraismo, Rosenzweig, Buber, Giovanni Marino, Totalité et Infini, Dasein, Volto dell'Altro, Umanesimo, Le Temps et l'Autre, Tradizione ebraica, Autrui, Libri Vintage, Fuori catalogo, Contemporary political philosophy, Monograph, Essay, State, Justice, Being, Phenomenology, Time, Faces, Ontology, Announcing, Intransivity, Existence, Metaphysics, Totality, Same, Loneliness, Society, Otherness, Freedom, Vigil, Responsibility, Subjectivity, Language, Communication, the Other, Third Man, Human Rights, Hospitality, Ambiguity, Ethics, Legitimacy, Judaism, Face of the Other, Humanism, Books Out of print
Logo Maremagnum it