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Libri antichi e moderni

Sapienza, Goliarda

Lettera aperta. Romanzo

Garzanti,, 1967

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Pontremoli srl Libreria Antiquaria (MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1967
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Sapienza, Goliarda
Pagine
pp. 137 [3], sguardie mute.
Collana
collana «Collezione Romanzi moderni»,
Editori
Garzanti,
Formato
in 16°,
Edizione
Prima edizione.
Soggetto
Narrativa Italiana del '900
Descrizione
tela rossa con titoli oro al dorso, sovracoperta illustrata (realizzata da Fulvio Bianconi),
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione. Perimetrale brunitura alle carte ma per il resto ottimo esemplare completo della rarissima sovracoperta. Opera prima di Goliarda Sapienza e primo capitolo della sua «Autobiografia delle contraddizioni», uscita in prima edizione nel marzo 1967 per Garzanti. Riedito nel 1997 da Sellerio con prefazione di Dacia Maraini, nel 2007 da Utet con prefazione del compagno di Sapienza, il regista Citto Maselli, e nel 2017 da Einaudi, questo romanzo d’esordio segna l’inizio dell’immersione dell’autrice nella scrittura dopo gli anni dedicati al cinema e al teatro. Un’immersione terapeutica, segnata dal bisogno di affrontare la propria infanzia e la propria adolescenza catanesi, di riprendere i ricordi per ritrovare le persone ormai scomparse - su tutte, la madre morta nel 1953 - scendendo così a patti con il trauma della perdita. «Non è per importunarvi con una nuova storia né per fare esercizio di calligrafia, come ho fatto anch’io per lungo tempo; - scrive Sapienza nel romanzo – né per bisogno di verità – non mi interessa affatto, - che mi decido a parlarvi di quello che non avendo capito mi pesa da quarant’anni sulle spalle». Un confronto con il proprio passato e con la sua permanenza nel presente che non dà tuttavia vita a una semplice autobiografia. Piuttosto - come ricorda Monica Farnetti, autrice della prefazione all’edizione Einaudi del 2017 - siamo qui in presenza di un «libro che attenta all’istituzione del romanzo, che viene meno all’idea consacrata di autobiografia e sovverte quanto basta l’antica tradizione del racconto di formazione».
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