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Libri antichi e moderni

Allacci, Leone

Leonis Allatii in antiquitatum Etruscarum fragmenta ab Inghiramio edita

Cramoisy,

1800,00 €

Pettini Antonio Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Luogo di stampa
Parigi
Autore
Allacci, Leone
Editori
Cramoisy
Soggetto
antichità antiquities etruria etruschi etruscan archeologia, archeology filologia philology inghirami allacci
Lingue
Italiano

Descrizione

In-4°, (4cc), 203pp, (5cc), vignetta calcografica al frontespizio, fregio e iniziale xilografica, legatura in piena pergamena rigida. Nel 1637 Inghirami pubblicò gli Etruscarum antiquitatum fragmenta, in cui annunciava la scoperta di importanti documenti, contenenti quasi tutta la storia del popolo etrusco e della sua civiltà, nel suo possedimento di Scornello, vicino a Volterra. L'opera suscitò un vastissimo scalpore in tutta Europa. Si trattava in realtà di un falso clamoroso, come venne quasi subito dimostrato. Inghirami difese la genuinità delle sue scoperte in un ampio Discorso (1645), ma il prefetto della Biblioteca apostolica vaticana Leone Allacci dimostrò in modo inconfutabile la falsità dei documenti nell'opuscolo polemico Animadversiones in antiquitatum etruscarum fragmenta. La scrittura nei testi etruschi andava nella direzione sbagliata, da sinistra a destra. Più importante - e più significativo - era il fatto che i testi latini erano scritti in minuscolo. Attingendo a umanisti precedenti, molti dei quali avevano discusso brevemente o di sfuggita l'argomento, Allacci insisteva sul fatto che i romani avevano sempre redatto i loro testi letterari in maiuscolo. Il breve schizzo della storia dell'antica scrittura latina redatto da Allacci fornì il modello per Mabillon, che lo citò nel suo De re diplomatica (1681). In-4°, (4cc), 203pp, (5cc), the title page with copper engraved vignette, wood engraved frieze and initial, full contemporary vellum binding. In 1637 Curzio Inghirami published the Etruscarum antiquitatum fragmenta, in which he announced the discovery of important documents, containing almost the entire history of the Etruscan people and their civilization, in his possession of Scornello, near Volterra. The work caused a huge turmoil throughout Europe. It was actually a sensational fake, as was almost immediately demonstrated. Inghirami defended the genuineness of his discoveries in an extensive Discorso (1645), but the prefect of the Vatican Apostolic Library Leone Allacci irrefutably demonstrated the falsity of the documents in the polemical pamphlet Animadversiones in antiquitatum etruscarum fragmenta. Writing in Etruscan texts went the wrong way, from left to right. More important - and more significant - was the fact that the Latin texts were written in lower case. Drawing on earlier humanists, many of whom had discussed the subject briefly or in passing, Allacci insisted that Romans had always written their literary texts in capital letters. Allacci's short sketch of the history of ancient Latin writing provided the model for Mabillon, who quoted it in his De re diplomatica (1681).
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