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Libri antichi e moderni

Giuliana Lanata, -

Legislazione e natura nelle novelle giustinianee

ESI Edizioni Scientifiche Italiane 1984,

45,00 €

Medievale Libreria

(Pavia, Italia)

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Dettagli

Autore
Giuliana Lanata
Editori
ESI Edizioni Scientifiche Italiane 1984
Curatore
-
Soggetto
Diritto-Giuristi e notai

Descrizione

312 pagine. Brossura. cm 14 x 21. Collana: Storia del Pensiero Giuridico, 7. Commento dell'editore: Gli studi, che questa collana si propone di accogliere, si situano in autonomi campi di ricerca e impiegano diversi strumenti filologici; ma si incontrano sulla comune linea teorica di una «storia del pensiero giuridico». Come ogni altra scienza, anche la scienza giuridica tende ad organizzarsi in una struttura logica, a formulare coerentemente le sue proposizioni in un determinato orizzonte problematico. Essa può riconoscere il carattere relativo e funzionale dei suoi concetti, o chiudersi in uno sterile gioco architettonico; ma rischia, in ogni caso, di ridursi a un sapere tecnico soddisfatto del suo «purismo» e geloso della sua apparente neutralità. Farne la storia significa intenderla come opera non mai definitiva di uomini che agiscono in certi ambiti sociali, politici, culturali; significa mettere allo scoperto i suoi consapevoli o inconsapevoli legami ideologici e le ragioni pratiche del suo esistere. È possibile, per l'interprete moderno, liberarsi di molte pregiudiziali, e tentare di spiegare Giustiniano con Giustiniano? Il vecchio programma, enunciato la prima volta per Omero, non può essere perseguito con finta «naiveté»: bisogna muovere, ogni volta che se ne abbia l'opportunità, dai livelli più alti della ricerca; ma bisogna anche lasciare uno spazio privilegiato alle dichiarazioni testuali dello stesso imperatore, o di chi parla in suo nome. Dai giudizi formulati nelle Novelle, esplicitamente o implicitamente, sulle diverse parti della Compilazione, emerge un Giustiniano piuttosto distaccato e talora ragionevolmente critico nei confronti del Digesto e del Codice, un Giustiniano pragmaticamente convinto che la miglior prova di un codice è in definitiva l'applicarlo. Il libro indaga anche le premesse teoriche di questa apertura pragmatica. Esso vuole ristabilire i legami interni fra i diversi aspetti, — filosofico, medico, politico, giuridico, — dell'«enciclopedia» tardo-antica: un'enciclopedia nella quale un concetto di «natura» di ascendenza platonico-aristotelica ha svolto un ruolo importante nel determinare o almeno nel giustificare il «modus operandi» del legislatore.