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Libri antichi e moderni

Pirandello, Luigi

Laute und Lautentwickelung der Mundart von Girgenti [LIBRO]

Druck der Buchdruckerei des Waisenhauses,, 1891

3000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1891
Luogo di stampa
Halle a. S.,
Autore
Pirandello, Luigi
Pagine
pp. [4: frontespizio e dedicatoria a «Herrn Prof. Dr. Wendelin Foerster in dankbarer Verehrung»] 52.
Editori
Druck der Buchdruckerei des Waisenhauses,
Formato
in 8°,
Edizione
Prima edizione della tesi di Pirandello, nella rarissima
Soggetto
Dialettali e Storia Locale Cinema Teatro etc. Narrativa Italiana, del '900 Narrativa Italiana dell' 800
Descrizione
brossura originale di color verde chiaro, stampata in nero al piatto anteriore (sottile dorso e piatto posteriore muti),
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione della tesi di Pirandello, nella rarissima emissione “in forma di libro”. Ottimo esemplare, nella sua brossura originale, senza sofisticazioni. Timbro di appartenenza dell’epoca («Friedrich Cohen») al piatto anteriore. Nel marzo del 1891 Pirandello fece stampare presso la «Tipografia dell’Orfanotrofio» di Halle la sua tesi di laurea sul dialetto di Agrigento: alla brossura erano indicati non solo i dati bibliografici, ma anche tutti i dati dell’università, precisi riferimenti ai nomi dei commissari di tesi e addirittura alla data e all’orario della discussione. Insomma, la pubblicazione aveva l’aspetto delle comuni tesi di laurea che ancora oggi si vedono nelle aule universitarie. In fine, inoltre, alle pp. 50-52, vennero inseriti anche il curriculum del laureando e le «Thesen» (gli argomenti di discussione). Pirandello decise però di stampare anche un’emissione differente, che avesse l’aspetto di un vero e proprio libro: il testo rimase in tutto identico, ma alla brossura e al frontespizio furono conservati solo il titolo e i dati bibliografici, eliminando dunque tutti i riferimenti alla discussione e i dati dell’università. E ancora, Pirandello sostituì le pagine finali, contenenti il suo curriculum e le «Thesen», con una sua recensione del «Saggio di fonetica siciliana» di Giacomo De Gregorio. Nencioni fotografa la situazione parlando di esemplari «non ufficiali e tirati successivamente», ma è verosimile si tratti di emissioni differenti, volute entrambe dall’autore, di un’unica tiratura originale. -- L’emissione “in forma di libro” risulta di estrema rarità: ne è censito un solo esemplare nella Biblioteca “Bombace” di Palermo. -- Pirandello discusse la sua tesi di laurea in filologia romanza, dedicata alla fonetica del dialetto del Girgenti, a Bonn il 21 marzo 1891. La sua carriera universitaria era iniziata nel 1886 alla Facoltà di Lettere di Palermo; da lì, dopo un anno, si era trasferito alla “Sapienza” di Roma, dove insegnava il grande maestro Ernesto Monaci: rimastone affascinato, Pirandello indirizzò dunque i suoi studi verso la filologia e la linguistica romanza. Un diverbio tanto banale quanto aspro con il professore di latino, Onorato Occioni, lo costrinse però ad allontanarsi da Roma, consigliato in questo senso anche da Monaci, preoccupato che Occioni, preside della facoltà, potesse in qualche modo ostacolare l’allievo. Il 6 novembre 1889 Pirandello approdò dunque alla Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität, con tutta probabilità spinto proprio dal suo maestro: a Bonn, infatti, insegnava Wendelin Förster, importante storico della lingua e dialettologo, oltre che collega e amico del Monaci. Sempre a Bonn, aveva insegnato il fondatore della linguistica romanza, Friedrich Diez, a cui Förster era succeduto. La Friedrich-Wilhelms costituiva, in quel periodo, la culla e il centro di irradiazione della disciplina a cui Pirandello aveva rivolto i suoi interessi di studioso. L’argomento della tesi fu scelto molto rapidamente, forse già prima dell’arrivo a Bonn: per condurre la sua ricerca Pirandello non si limitò allo studio della bibliografia pregressa, ma allargò l’analisi ai suoi stessi ricordi del dialetto siciliano, scrisse numerose lettere al fratello e agli amici chiedendo informazioni sulla pronuncia di alcune parole e le trascrizioni di canzoni popolari, racconti e poesie, e infine trascorse l’estate del 1890 in Sicilia, raccogliendo quanto più materiale possibile. La tesi di Pirandello fu giudicata «observatione accurata et docta, sed expositione probabilis», mentre il commento alla discussione orale fu «rite superavit». Considerato che il lavoro fu portato a termine in breve tempo, la valutazione è da intendersi come notevolmente positiva. -- L’attività di filologo romanzo di Pirandello si interruppe con il rientro in Italia, ma in qualche modo, ironicamente, lo scrittore aveva già preso le distanze dallo studioso: «L’altro, eccolo in Germania, a Bonn sul Reno, / sotto un cappello di castoro, enorme: / magro egro smunto: non mangia, non dorme; / studia sul serio (o cosí crede almeno) / del linguaggio le origini e le forme», scrive nella poesia «Convegno», composta a Bonn e pubblicata sulla «Rivista d’Italia» nel 1901. E tuttavia, la formazione filologica di Pirandello si riverbera su tutta la sua produzione letteraria: «Se lasciò le ricerche tecniche, conservò vivissima la coscienza della lingua come nodo problematico e la tenne al centro della sua teoresi letteraria e artistica. Più di un critico ha giustamente rilevato quanta tradizione letteraria condizioni e alimenti lo scrivere pirandelliano, specie nelle poesie e nelle novelle, e quanto Pirandello artista sia legato a Pirandello “filologo”» (Nencioni, p. 18). Lo Vecchio Musti, Bibliografia di Pirandello (Milano 1952), n. 21; L. Pirandello, Fonetica e sviluppo fonico del dialetto di Girgenti, intr. G. Nencioni, trad. E. Cetrangolo (Roma 1984); L. Pirandello, The Sounds of the Girgenti Dialects and Their Development, ed. by G.R. Bussino (New York 1992)
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