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Libri antichi e moderni

[D’Annunzio, Gabriele, E Alceste De Ambris]

La Reggenza Italiana del Carnaro. Disegno di un nuovo ordinamento dello stato libero di Fiume. Qvis contra nos? [in: Bollettino del Comando di Fiume]

«Comando di Fiume d’Italia: Bollettino ufficiale» n. 31, 1 - settembre 1920 (stampato nella Tipografia de «La Vedetta - d’Italia»),, 1920

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1920
Luogo di stampa
In Fiume d’Italia,
Autore
[D’Annunzio, Gabriele, E Alceste De Ambris]
Pagine
pp. 11 [1] bianca.
Editori
«Comando di Fiume d’Italia: Bollettino ufficiale» n. 31, 1, settembre 1920 (stampato nella Tipografia de «La Vedetta, d’Italia»),
Formato
in 8°,
Edizione
Prima edizione ufficiale della «Carta del Carnaro».
Soggetto
Narrativa Italiana del '900 Storia Politica
Descrizione
autocopertinato a bifolio con copertina ad hoc,
Prima edizione

Descrizione

PERIODICO Prima edizione ufficiale della «Carta del Carnaro». Ottimo esemplare, normalmente brunito. «La Reggenza Itaiana del Carnaro» rappresentò la costituzione dello stato libero di Fiume italiana, documento-simbolo di quella sorprendente avventura rivoluzionaria cominciata il 12 settembre 1919 con la marcia dei legionari da Ronchi (oggi appunto Ronchi dei legionari, Gorizia) e conclusasi nel «Natale di sangue» del 1920. I bibliografi ritengono che essa sia stata stampata per la prima volta in una rarissima placchetta in sole 110 copie fuori commercio, con data 27 agosto 1920 (effettiva promulgazione dell’ordinamento) e con due refusi nel testo laddove negli articoli 18 e 35 compariva ancora il termine «repubblica», altrove sistematicamente sostituito con reggenza. In questa prima edizione ufficiale, a cui è dedicato invece il trentunesimo «Bollettino ufficiale del Comando di Fiume d’Italia», l’errore è per la prima volta sanato. -- La carta fu elaborata in gran parte da Alceste De Ambris, dal gennaio 1920 capo di gabinetto del comandante di Fiume d’Italia (sotto la sua guida si intensificarono le attività più avanzate in termini di propaganda rivoluzionaria), il quale consegnò la bozza il 18 marzo 1920, come «Costituzione della Repubblica italiana del Carnaro». Il 12 agosto, al Teatro Fenice di Fiume D’Annunzio pronuncia il discorso «Domando alla città di vita un atto di vita», nel quale si riferisce del lavoro sulla carta e della prossima scadenza fissata al 12 settembre per la promulgazione dello «Stato libero del Carnaro» — «la nostra nuova vita». Da questo momento fino al 27 agosto si colloca l’intenso lavoro di revisione e integrazione: «L’editing dannunziano consiste nella trasposizione dello scritto in prosa d’arte, con il sistematico uso, per indicare istituti e varie magistrature, di termini arcaici tratti dal linguaggio degli antichi statuti comunali e corporativi, e nella sostituzione della parola repubblica con reggenza. Da poeta, D’Annunzio trova perfino una giustificazione estetica, dicendo che “reggenza italiana del Carnaro” è un endecasillabo: “Il ritmo ha sempre ragione”» (Salaris, p. 86)
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