Dettagli
Anno di pubblicazione
1902
Luogo di stampa
Milano - Napoli - Palermo,
Autore
Lucini, Gian Pietro
Pagine
pp. [12 comprendenti le tre carte patinate con le tavole a colori, delle quali una ripiegata] 360 [4: errata e carta bianca finale]; alcune vignette in bianco e nero nel testo.
Formato
in 16° oblungo quasi quadrato (190 x 195 mm),
Edizione
Prima edizione, emissione con copertina illustrata.
Soggetto
Poesia Italiana del '900Cinema Teatro etc.
Descrizione
brossura in carta beige chiaro stile “craft” stampata in rosso e nero al piatto e al dorso (quarta di copertina muta) e illustrata da un ovale con motto presente anche all’interno del libro (p. [1]), qui sulla copertina quasi completamente illeggibile ;
Descrizione
LIBROPrima edizione, emissione con copertina illustrata.Minimi difetti perimetrali alla copertina, per il resto ottimo esemplare.Rara opera del simbolismo italiano, intrisa di riferimenti mistici ed esoterici alla tipica maniera dell’autore.Apparve inizialmente con una copertina illustrata stampata in nero e rosso e prezzata «L. 3» sul dorso (presente esemplare) — oggi molto più rara — quindi in una copertina in carta di cotone grigia stampata in sanguigna, senza illustrazione, prezzata «L. 10» in quarta di copertina. -- Libro particolarissimo per impaginazione e formato, il quadrato oblungo che diverrà tipico di alcuni dei libri pubblicati da Marinetti come Edizioni futuriste di “Poesia”. Dopo una carta bianca, il volume si apre con «Il Prologo tradotto da Giovanni Buffa», una suite comprendente alcuni versi d’epigrafe e le tre tavole del Buffa stampate a colori su carta patinata; segue il frontespizio, con il titolo seguito dall’epigrafe «Et loqueor et taceo. Ad me dictum est verbum absconditum, et quasi furtive voces sciscitantur ambiguae». Segue una pagina occupata dalla (cattiva) riproduzione di un disegno in ovale (potrebbe essere una specie di autoritratto) seguito in calce dal motto «frvges dabit et opes» (la fonte di questo “latinorum” è rintracciabile nel «Mondo simbolico» di Filippo Piccinelli, un’imponente enciclopedia secentesca di motti e imprese); è la stessa immagine utilizzata su questa copertina illustrata. Segue finalmente con proprio occhiello «L’Academia», con sottotitolo «Trattenimento di un Sogno Divino in Tre Ore ed in Tre Intermezzi, preceduto da un Prologo, seguito da un Epilogo, accomiatato dalla Licenza», illustrato al piede da una vignetta decadente siglata «Beate» con didascalia «In hoc Signo». Al verso della pagina l’elenco di opere dell’autore (oltre ai primi due libri poetici si elencano i «Drammi delle maschere», il «Gian Pietro da Core» e i progetti in essere). Segue la dedicatoria «A Monsieur Remy de Gourmont, cher ami et confrère, pour la jeunesse intellectuelle de la France moderne», quindi l’opera vera e propria, in formato dialogico parte in prosa e parte in versi, organizzata nelle sezioni «Avvertenza» (datata in calce 9 gennaio 1899), «La Licenza: Dialogo tra il padre e la sua creatura» (9 ottobre 1895), «Il Prologo» (3 febbraio 1895), «L’intermezzo del Vespero» (8 febbraio 1895), «La prima Ora del Trattenimento» (9 agosto 1895) — che rappresenta il libro vero e proprio — quindi la «Sintesi» finale, chiusa dalla frase «Qui comincia “L’intermezzo della Notte”». In calce alla cospicua «Errata», una «nota dell’Editore» precisa che «L’autore si confessa un cattivissimo correttor di stampe: lasciò sfuggire molte mende al testo. Del resto la sua ortografia ed il suo stile assai personale hanno intrigato e reso assai difficile il lavoro al tipografo».