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Libri antichi e moderni

Salvatore Niffoi

LA LEGGENDA DI REDENTA TIRIA

ADELPHI, 2005

12,59 € 13,99 €

Studio Maglione Maria Luisa

(Napoli, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2005
ISBN
9788845919725
Luogo di stampa
MILANO
Autore
Salvatore Niffoi
Volumi
1
Collana
Volume 167 di Fabula
Editori
ADELPHI
Formato
22 cm
Edizione
TERZA
Soggetto
Letteratura, Narrativa Contemporanea Italiana, Sardegna
Descrizione
BROSSURA
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Come nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Prima edizione
No

Descrizione

DISPONIBILITÀ GARANTITA AL 99%; SPEDIZIONE ENTRO 12 ORE DALL'ORDINE. RIMANENZA DI MAGAZZINO PARI AL NUOVO. LIEVISSIMI SEGNI DEL TEMPO ALLA COPERTINA.

«Ad Abacrasta, di vecchiaia non muore mai nessuno, l’agonia non ha fottuto mai un cristiano. Tutti gli uomini, arrivati a una certa età, si slacciano la cinghia e se la legano al collo. Le donne usano la fune». Al bambino che chiede il perché, la nonna risponde solo che quando la Voce ti chiama tu non puoi fare altro che ubbidire. Ma un giorno, non si sa da dove, è arrivata in paese «una femmina cieca, con i capelli lucidi come ali di corvo e i piedi scalzi»: ha detto di chiamarsi Redenta Tiria, e di essere figlia del sole. Da quel giorno la gente di Abacrasta ha smesso di impiccarsi.Questo il filo che regge la narrazione di Salvatore Niffoi, scrittore di Barbagia: scrittore rapace, è stato detto, fulmineo nel calarsi a ghermire la preda, e altrettanto nel risalire a dominare gli spazi. E le sue prede sono gli innumerevoli personaggi, o «creature», che descrive con pochi tratti di micidiale incisività, con una sorta di straniata e nera comicità, e insieme con la pietà di chi non è estraneo a ciò di cui parla, anzi ne fa intrinsecamente, visceralmente par- te. Il minuscolo paesino di Abacrasta è un caotico e grottesco teatro del mondo, in cui ciascuna delle creature – quelle che finiscono «appese» come quelle che si salvano quando Redenta Tiria riesce a «tagliare la lingua alla Voce» – rappresenta una delle forme possibili che può assumere, nella sua beffarda, stupefacente molteplicità, la condizione umana. Con Niffoi si presenta finalmente un narratore vero, una voce che riconosciamo all'istante come quella, antichissima e vivificante, di uno scrittore di razza: capace di inventare una lingua insieme alta, primigenia e sensuale, ibridata di dialetto in un modo che non è mai futile o meccanico o folkloristico, ma sempre necessario, preciso e forte.

Informazioni bibliografiche
Titolo: La leggenda di Redenta Tiria
Collana: Volume 167 di Fabula
Autore: Salvatore Niffoi
Edizione: 3
Editore: Milano: Adelphi, 2005
ISBN: 8845919722, 9788845919725
Lunghezza: 161 pagine; 22 cm
Soggetti: Letteratura Sarda, Narrativa Contemporanea Italiana, Sardegna, Barbagia, Abacrasta, Redenta Tiria, Dialetto, Folklore, "voce", Pastori, Romanzi, povertà e violenza, faide, abigeato, omicidio per vendetta, onore

Parole e frasi comuni
Abacrasta Adelasia Ajò Anchisu andare andava andò arrivò Arvada Asfodeli Babbu Ziropu balentes bambino Bantine bella Benignu Bernardu bestie bocca Boranzela buttò c'era camminare Candidu cane capelli casa cercare Chentu Canes chiamava Chilleddu chitarra cieca cielo cinghia Ciriacu corbezzolo cortile Damianu dice Dionigi don Carmine erano faccia faceva fece femmina figlio Galanzu gambe gente Genuario Giasone gioco giorno giro glielo Gospotolò Graminzone Gruchitta guardò iniziò lasciò launeddas Lazzaru Listinchinu madre mama mangiare mannai mano metteva Micheli Isoppe mise morte muro musica nero nonno Noroddile notte occhi padre paese Pascale passi pecore pelle perastro Perdisciu piedi porta prese Redenta Tiria Rimunda Riorroi riorroi rispose rock and roll saliva Salvatore Niffoi Santa sapeva sembrava sentì Seppeddu Serafina servo pastore Solitariu sporca sputando stava strada sughero tagliare televisori terra testa Tisamene tornò Tragasu tressette trovò Trunzone tzia tziu uscì vecchia vedere vino vittura voleva Zirò Zirolamu