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Libri antichi e moderni

Valentino Biagio

La Fuorfece overo l’Ommo pratteco co li diece quatre De la Galaria d’Apollo, Opere de Biaso Valentino Addedecata a lo llustrissemo Signore D. Giuseppe Maria de Lecce, Patrizio de la Cetà de Lucera. A Napole [sic], Nella Stamperia di Felice Carlo Musca, 1748.

450,00 €

Editoriale Umbra

(Foligno, Italia)

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Dettagli

Autore
Valentino Biagio
Soggetto
ANTIQUARIATO

Descrizione

In 12, [mm. 149 x 89], pp. (24) – 480. Legatura ottocentesca firmata L. Pixon (Fixon?) con timbro alla carta di guardia posteriore in mezza pelle bordeaux con dorso a sette compartimenti con duplice filetti a secco con 5 false nervature. Titolo ed anno in oro. Piatti marmorizzati, quello anteriore staccato. Tagli spruzzati a coda di pavone policroma, risguardi e carte di guardia decorate con lo stesso motivo. Edizione originale di quest’opera che venne poi ristampata nel 1783 nella Collezione dei poemi in lingua napoletana. Biagio Valentino, l’autore fu frate laico dei Minori Osservanti e l’opera è il frutto degli incontri e delle osservazioni sul costume dell’epoca che fece nel corso degli anni facendo la questua per il Monastero di Monte Calvario. Il Valentino con le Fuorfece (plurale di forfece da un accusativo latino forfice(m)= forbici), voleva correggere, nei due “tagli” suddivisi in canti in versi sdruccioli e in ottava rima che compongono l’opera, i costumi e le abitudini a lui contemporanee. Per fare questo utilizza la lingua più comune e parlata, il dialetto. Sempre in dialetto napoletano sono scritte sia la lettera di dedica che la vita dell’autore: Nasceta, vita, e disgrazie de Biaso Valentino, che segue l’aggiunta Lo pierno de la fuorfece. Del dialetto napoletano, Napoli, 1789, pp. 142-144. P. Martorana, Notizie biografiche e bibliografiche degli scrittori del dialetto napoletano, Napoli, 1874, pp. 405-407.